Per saperne di più, TAV. 4

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Dal Giornale delle Operazioni del Generale Vaillant (1) :

<< Presa di Villa Pamphili, della chiesa di San Pancrazio e delle ville Corsini e Valentini, all'ala sinistra del fronte d'attacco >>

<< Per impadronirci del terreno sul quale si doveva scavare la prima parallela, (2) era anzitutto necessario sloggiare il nemico da villa Pamphili, che era recintata da un muraglione alto da 4 metri a 4 metri e mezzo, in parte terrapienato, (3) e in alcuni punti munito di forti barricate.
Dovevamo inoltre impadronirci della chiesa e del convento di San Pancrazio; era infine presumibile che avremmo dovuto impadronirci anche di diverse altre ville che, essendo situate ancora più vicino alle mura , a soli 400 metri dalla Porta San Pancrazio, e in posizione dominante, sembravano avere ottima visuale sulla strada che porta a questo ingresso della città.
La brigata Mollière (prima Divisione) fu incaricata di attaccare la Villa Pamphili dal muro di cinta lato sud, mentre un'altra colonna, costituita dalla brigata Levaillant (Jean), doveva concorrere al successo dell'azione attaccando dal lato ovest.
Il comandante di battaglione del genio Frossard, che aveva ai suoi ordini la compagnia di sapeurs (4) comandata dal capitano Puiggari, fu messo a disposizione del generale Mollière per far parte dell'operazione. Due giorni prima, il comandante Frossard aveva compiuto una ricognizione ispezionando il muro della villa Pamphili, ed aveva individuato un punto dove si poteva facilmente aprire una breccia con l'esplosivo, e inoltre aveva constatato che esistevano delle aperture per lo scolo delle acque. Queste aperture erano chiuse da grate in ferro; tuttavia , nonostante la presenza del nemico, il maggiore Ferrand riuscì ad accertare che le grate potevano esser rimosse, e che dalle aperture si poteva passare, un uomo alla volta.
 
Il 3 giugno, alle due e mezza del mattino, la brigata Mollière venne ammassata a poca distanza dalla villa Pamphili, e la compagnia di sapeurs si dispose ai piedi del muro di cinta. Il capitano Puiggari provò a introdurre un sacco di polvere nella cavità del muro che era stata individuata nella ricognizione, ma il vano risultò insufficiente, e fu necessario ampliarlo a colpi di piccone. Il rumore diede la sveglia al nemico, che cominciò a sparare. Allora , forzando i tempi, si fece esplodere la polvere che aprì una breccia, si allargò la breccia con qualche colpo di piccone, e contro al nemico si lanciarono una compagnia di cacciatori a piedi del 1° battaglione e la compagnia di sapeurs, seguiti dal 33° di linea. Intanto sulla destra, press'a poco nello stesso momento, una seconda compagnia di cacciatori penetrava nella villa attraverso una grata, forzata dal tenente del genio Largillier. La colonna Mollière, facendo retrocedere il nemico, ben presto si congiunse con la brigata Levaillant che a passo di corsa era andata verso ovest lungo il muro di cinta, aveva trovato una porta aperta, ed era entrata senza trovare ostacoli.
Nei vari edifici della villa la brigata circondò e fece prigionieri 150 soldati, con parecchi ufficiali e una bandiera.
Poiché il generale comandante del genio aveva deciso di appoggiare la sinistra della prima parallela alla chiesa di San Pancrazio, situata più vicino alle mura, fu necessario impadronirsi sia della chiesa sia del chiostro e del giardino, il quale era recintato da un muro , il che comportò qualche difficoltà.
Arrivati là si riscontrò la necessità di prendere immediato possesso della villa Corsini, da dove il nemico tirava sulla chiesa con vivissimo fuoco ficcante di fucileria. Passo dopo passo, arrivammo anche ad occupare la villa Valentini e parecchie altre abitazioni ubicate sull'altura che si estende a sinistra, parallelamente ai fronti (9 - 10) e (10 - 11) . (5)
Durante quest'attacco fu ferito il capitano Dumont dei sapeurs.
Preso possesso della chiesa e del giardino, che dovevamo tenere ad ogni costo come ridotta (6) della posizione, gli ufficiali del genio si impegnarono subito per costruirvi dei solidi trinceramenti. In tal modo questa posizione rimase sempre in mano nostra, nonostante che i romani facessero ogni sforzo per riprenderla. Per contro, continuando la battaglia per tutto il giorno con alterne vicende, la villa Corsini, la villa Valentini e le case vicine ricaddero più volte nelle mani del nemico che pure, alla fine, dovette lasciarle a noi, dopo averle cannoneggiate e incendiate. Tutte le facciate delle ville verso la città vennero distrutte dalle cannonate romane.
Una sezione della nostra artiglieria, comandata dal tenente Cauvière, piazzata sin dal mattino nel giardino del convento di San Pancrazio, contribuì efficacemente alla definitiva conquista del casino Corsini.
Sin dai primi giorni dell'assedio si scavarono trincee sul davanti e sul fianco di queste abitazioni, collegandole tra loro con diversi camminamenti, in modo tale che i nostri soldati potevano presidiarle nonostante il continuo e nutrito fuoco della piazza; e questo sistema di trinceramenti rese vani tutti i tentativi fatti dagli assediati, per sloggiarci da questa importante posizione.
Le perdite della giornata furono di un ufficiale morto e 13 ufficiali feriti, 13 soldati morti e 229 soldati feriti, oltre a 19 dispersi o prigionieri. >>

traduzione a cura di JEANNE SABATINI

(1) Vaillant, op.cit., (vedi "per saperne di più" della Tav.1), pag. 31
 
(2) Parallela: trincea degli assedianti, con tracciato pressoché parallelo alla cinta difensiva.
 
(3) Terrapienato : munito di terrapieno
 
(4) Sapeurs : militari francesi del Genio Zappatori
 
(5) (9 - 10) : tratto di mura fra il bastione 9 ed il bastione 10
 
(6) Ridotta : piccola opera di fortificazione campale.