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Dal Giornale delle Operazioni del Generale Vaillant (1):

<< Notte dal 14 al 15 giugno >>

<< Quella tratta della terza parallela sulla destra, che era stata iniziata di giorno, à la sape pleine, venne completata durante la notte, portando la trincea sino al muro della mezzaluna. Lo scavo venne eseguito à la sape volante, cioè in una prima fase con gli uomini allo scoperto, poi con la parziale protezione dei gabbioni e infine, a scavo ultimato, con gli uomini al coperto. All'interno della mezzaluna, in prossimità del saliente, scavammo anche due trincee di camminamento, sempre à la sape volante. Il secondo di questi due camminamenti doveva sboccare contro il muro della faccia sinistra, nello stesso punto dove arrivava la suddetta tratta di parallela , per allacciarsi ad essa. Ma a causa delle difficoltà del tracciato, e a causa delle frequenti interruzioni del lavoro dovute al fuoco continuato della fucileria nemica, fummo costretti a modificare la direzione della trincea di camminamento, portandone lo sbocco 6 - 7 metri indietro rispetto al punto stabilito. In conseguenza, per consentire l'allaccio tra camminamento e parallela si dovette modificare il tracciato della parallela già eseguita. Ai relativi lavori provvedemmo il giorno seguente, à la sape pleine, cioè con scavo eseguito sotto il fuoco del nemico, ma con le appropriate tecniche di protezione. (…)
 
Giornata del 15 giugno
Il comando dell'attacco di destra venne assunto dal tenente colonnello del genio Leblanc, il quale aveva ai suoi ordini il capitano Doutrelaine, tre plotoni di sapeurs e 500 travailleurs di fanteria.
Nel corso della giornata si provvide all'allargamento e rifinitura delle trincee di camminamento eseguite durante la notte , si praticò un varco nel muro della faccia sinistra della mezzaluna, e si approvvigionarono gabbioni e fascine. La batteria n°1 tirò con l'obice qualche colpo a piovere entro il bastione 6.
La batteria n°2 non dovette controbattere le batterie romane della riva sinistra del Tevere, perché queste rimasero inattive.
I nostri mortai invece martellarono per tutto il giorno i bastioni 6 ed 8, e specialmente quest'ultimo, perché dietro al bastione si vedeva un edificio, la villa Savorelli, che era dotato di parafulmine, il che faceva presumere la presenza di una polveriera.
La batteria n°4 tirò anch'essa contro il bastione 6, ma con lunghi intervalli di tempo tra un tiro e l'altro, perché faceva molto caldo, e i cannoni si arroventavano.
In effetti, un termometro appeso alla facciata del San Carlo, esposta a nord, da molti giorni segnava costantemente 36 gradi centigradi. (…)
Alle quattro del pomeriggio il generale Levaillant (Jean) assunse il comando della trincea, e gli venne affiancato il colonnello de Leyritz del 68° di linea. La guardia alla trincea era costituita da un battaglione del 32° di linea, un battaglione del 53° di linea, e una compagnia del 1° battaglione chasseurs A destra della batteria n°5 si scavò, à la sape volante, una trincea di camminamento lunga circa 60 metri, partendo dalla casa in rovina della mezzaluna e arrivando sino alla prima cannoniera della batteria ; qui si arrestò lo scavo per non invadere il campo di tiro della batteria.
All'interno della mezzaluna si scavò, sempre à la sape volante, la tratta di terza parallela tra una faccia e l'altra della mezzaluna, per una lunghezza di circa 100 metri. Verso le nove di sera la piazza aprì un furioso fuoco di fucileria contro i nostri che lavoravano praticamente allo scoperto. Ma le palle passavano 3 o 4 metri al di sopra delle teste dei travailleurs, e perciò dopo un primo momento di esitazione gli uomini, ubbidendo agli energici ordini del capitano del genio Darceau, si rimisero tutti al lavoro. Dentro alla mezzaluna piovvero parecchi colpi di obice e qualche razzo. Alle dieci e mezza di sera finirono le sparatorie, e tornò la calma su tutto il fronte. (…)>>


traduzione a cura di JEANNE SABATINI

(1) Vaillant, op. cit., pag.79
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