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Dal Giornale delle Operazioni del Generale Vaillant: (1)

<< Notte tra il 21 e il 22 giugno >>
<< (…) Secondo le superiori disposizioni, l'assalto alle brecce avrebbe dovuto avvenire alle nove e mezza, la sera del 21 giugno.
Ma nell'attuare le disposizioni si dovette registrare un notevole ritardo, per le difficoltà incontrate nel preparare una operazione così complessa, com'era l'attacco notturno e simultaneo a tutte e tre la brecce, cioè al 6° bastione, al 7° bastione e alla cortina intermedia.
In effetti le tre colonne d'attacco furono pronte a muovere soltanto alle 11 di sera, e solo allora il colonnello Niel diede l'ordine d'attacco.
Le brecce vennero superate di slancio dalle colonne d'attacco, senza trovare resistenza da parte del nemico, e senza eccessiva fatica, perché il completo franamento dei terrapieni aveva formato delle rampe percorribili fino alla sommità . Al seguito delle colonne d'attacco salirono sui bastioni anche i travailleurs della fanteria, che dovevano costruire i trinceramenti a difesa delle brecce conquistate . A questo punto i romani lanciarono dei bengala che per qualche momento illuminarono a giorno il terreno, specialmente al bastione 6, ma senza alcuna conseguenza negativa per noi.
Al bastione 6, il plotone di sapeurs del capitano de Jouslard e i granatieri del 3° battaglione del 36° nonostante il fuoco della fucileria nemica si lanciarono all'assalto di una casa (la casa Barberini) situata dietro la cortina (5 - 6) e se ne impadronirono in pochi minuti. Si fecero una quindicina di prigionieri ; ma questa azione fulminea, essenziale per il possesso del bastione, ci costò cara: caddero feriti a morte il capitano del genio Jouslard e il capitano dei granatieri d'Astelet del 36°.
Preso il 6° bastione, gli ufficiali del genio provvidero subito, mediante scavo "à la sape volante", alla realizzazione di una trincea che andava dall'estremità del fianco destro del bastione fino all'angolo della casa Barberini. Il tracciato seguiva l'andamento del terreno, che presentava forti dislivelli in corrispondenza della gola del bastione. Tra questa trincea e la breccia fu scavato un camminamento a zig-zag. La casa Barberini, cui si appoggiava la destra della trincea, venne resa più sicura barricandone le principali aperture al piano terra e sistemandovi sacchi di terra in modo da formare delle feritoie. A ogni angolo e pilastro della casa il nemico aveva predisposto camere da mina, per far saltare in aria tutto l'edificio. In alcuni punti erano già state messe le scatole per le cariche esplosive. Lì vicino erano depositati sacchi di polvere, micce e orci pieni di trementina. Era evidente che, per effetto del nostro colpo di mano, era mancato ai romani il tempo materiale per portare a termine il loro disegno.
Dietro la breccia i difensori avevano costruito un gran numero di piccole trincee, fosse e buche, coperte da canne o fogliame; ma questi risibili ostacoli fecero solo inciampare qualcuno dei nostri soldati, e certo non li fermarono. Le vere difficoltà erano date dalla forte pendenza del terreno e dalla natura del suolo, grasso e argilloso, dove i nostri travailleurs dovevano scavare la maggior parte della trincea.
Questa situazione comportò tempi di scavo più lunghi del previsto, e allo spuntare del giorno la trincea era ancora incompleta, sia come profondità che come larghezza. (…)
Verso le due e mezza del mattino il nemico, che fino a quel momento si era limitato a tirare poche fucilate, aprì il fuoco con due batterie. Una batteria, costituita da 3 pezzi, era piazzata all'inizio della cinta aureliana, vicino a Porta San Pancrazio (2); l'altra, costituita da 5 pezzi, era piazzata davanti alla chiesa di San Pietro in Montorio (3). Queste batterie rovesciarono su di noi una vera, incessante pioggia di palle, di bombe e di mitraglia. I loro tiri, imprecisi all'inizio, divennero sempre più precisi con l'avanzare del giorno. Subimmo perdite soprattutto al bastione 6, dove non s'era fatto in tempo a completare la trincea. (…) >>

traduzione a cura di JEANNE SABATINI

(1) Vaillant, op. cit., pag.103
(2) Batteria della Montagnola
(3) Batteria del Pino