Per saperne di più, Linea di difesa alle mura gianicolensi

Ritorna alla tavola


Il 30 giugno “alle ore 2 e un quarto del mattino, a’ primi albori, la colonna di sostegno (francese) che era negli alloggiamenti del bastione 7, ed il cui movimento doveva precedere quello delle truppe che erano al di fuori della cinta, ebbe ordine di sboccarne. Alcuni istanti dopo la prima colonna di attacco (…) superava la breccia (del bastione 8) non ostante una viva fucilata”
Giuseppe Spada: Storia della rivoluzione di Roma e della restaurazione del governo pontificio
dal 1° giugno 1846 al 15 luglio 1849, Firenze, 1870, p.656

L’ultima sacca di resistenza al bastione 8 era costituita dai difensori asserragliati nel piccolo padiglione, come si legge nel resoconto ufficiale di parte francese:

“Notte tra il 29 e il 30 giugno, assalto al bastione 8:
(…) Dopo questa prima colonna, arrivarono sul bastione le tre compagnie di travailleurs, con alla loro testa il comandante di battaglione Galbaud-Dufort, aiutante di campo del generale comandante del genio, e il capitano Regnault. Questi due ufficiali si misero subito ad eseguire il tracciato di un trinceramento che partendo dalla casa Merluzzo si dirigeva verso la mezzeria della faccia sinistra del bastione. Ma era stata da poco iniziata la posa in opera dei primi gabbioni, quando il comandante Galbaud-Dufort cadde mortalmente ferito sotto il fuoco proveniente dal piccolo padiglione ubicato in prossimità del saliente. Questo padiglione fu poi conquistato solo in un secondo tempo, dopo la manovra d’aggiramento effettuata dalla colonna di sostegno partita dal Bastione 7”