Per saperne di più, Villa Santucci

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“Il 10 maggio Garibaldi (che era uscito da Roma per combattere i Napoletani) fu richiamato alla capitale, perché temevasi un nuovo attacco dei francesi.
Sotto quella data il Lazzarini (Giovita Lazzarini, ministro della Giustizia) scriveva:< I francesi sono di nuovo in marcia verso Roma. Sembrano divisi in tre colonne con una batteria da posizione, oltre le altre da campagna. Sonosi già avvicinati da qualche lato a poche miglia dalla città, e pare che a Fiumicino abbiano passato o tentato di passare dalla destra alla sinistra del Tevere con un corpo non piccolo di truppe. > (..)
I francesi avevano gittato un ponte sul Tevere presso la Basilica di San Paolo; coprivano col loro campo la strada di Civitavecchia, d’onde ricevevano continui rinforzi, e avevano il loro quartiere generale nella villa Santucci”

(Giuseppe Leti: La rivoluzione e le Repubblica Romana (1848 – 1849) Milano, 1913, p.338-339)

“Il quartiere generale dell’armata (francese) era posto a Villa Santucci ove accampava il nerbo principale di essa occupando le circostanti adiacenze. Ivi erano site le ambulanze, i depositi, i forni, il parco delle artiglierie ed altri materiali guerreschi. (..)
Dalla Villa Santucci, atteso la sua posizione elevata, si dominava non solo le posizioni delle due ale dell’armata, ma si vedevano eziandio tutti gli altri punti (di rilevante importanza strategica)(..).
Tale vantaggiosa posizione offriva al generale in Capo il mezzo di poter comunicare, volendo, telegraficamente (con il telegrafo ottico, vedi glossario) colle due ale, come di osservare l’andamento delle operazioni.”

(De Cuppis: Atlante .., cit., p. 1)