Per saperne di più, San Pietro in Montorio

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“Si levava il giorno 27, fosco in vista ; il sole procedendo cinto intorno di nebbia pareva, che presago della strage imminente, ripugnasse illuminarla : i Francesi tonano con cinquanta cannoni messi in batteria; il casino Savorelli all’incessante tempestare si sfascia; giù il tetto della chiesa di San Pietro in Montorio, dopo il tetto vacilla il campanile, poi anch’esso giù a pezzi, di cui parte dentro la chiesa e parte fuori; la villa Spada sottosopra; i nostri non sbigottiscono alla bufera, le batterie undecima e duodecima del nemico scassinano, ma i Francesi ne hanno drizzate su tante, che ometterne una o due non nuoce (..). Dalla batteria decima essi presero a colpire in breccia il bastione nono ; dalla decimaquarta apersero il cammino di scarpa al bastione ottavo. Il Garibaldi da per tutto era, ma sopramodo instava perché la batteria del Pino si mantenesse ritta, dalla quale a dir vero, o per la posizione sua, o per la molta attitudine degli artiglieri fioccava la morte nelle fila nemiche: non importa dire se i Francesi contro questa batteria si sbizzarrissero; ogni sforzo adesso è volto a rompere la cinta traversa (aureliana) , che già difendeva la villa Savorelli, ed ora ne copre le rovine; di fatti la rompono ; lo intero campo è minacciato, il fianco della batteria del Pino battuto.(..) La rottura della traversa rendeva impossibile sostenersi nella batteria di destra, il Garibaldi dal Pino vedendola deserta, scende con passi frettolosi, e all’Hoffstetter, che primo gli si para davanti dice: <adoperate chi volete, sieno pure uffiziali tutti, ma importa sia turata la rottura della traversa, andate>(..) L’Hoffstetter s’imbatte in trentacinque bersaglieri reliquia ultima della terza compagnia del secondo battaglione, li trae seco(..); dall’apertura sboccava una fiocinata di palle, allora i bersaglieri si divisero, parte porgeva i sacchi pieni di terra, e parte li riceveva ; l’apertura scema, si chiude, è chiusa; né cannoni, né mortai né moschetti nemici valgono a trattenere l’opera ; anzi i bersaglieri passando dal coraggio alla temerità vogliono salire su la breccia ristorata , e bravare il nemico alla scoperta ; a rattemprarne la baldanza ecco giù una bomba, che in un attimo ne ammazza sette(..) Si richiamarono i cannonieri, e quattro cannoni ripresero il fuoco contro il nemico, tre maneggiavano i Romani, il quarto li svizzeri; il Garibaldi esulta, la batteria del Pino rimane sollevata perché i Francesi contro la traversa ristorata voltano le armi, e le ire; i cannonieri presi da entusiasmo raddoppiano lo zelo, e rendono ai francesi due pani per coppia ; così i tiri infallibili spesseggiano ; che ai Bersaglieri non patisce l’animo privarsi dello spettacolo, lì stanno spettatori, e ad ogni tiro battendo palma a palma gridano <bravi !>”
(Guerrazzi, Lo assedio … , cit., p. 869 – 871)