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Ecole d'Application de l'Artillerie et du Génie


Leçons sur l'école des sapes


Décembre 1849


 

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Scuola di applicazione dell'Artiglieria e del Genio dell'Esercito Francese.


Dicembre 1849.


LEZIONI SULLE TRINCEE D'ASSEDIO


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STRALCIO DELLE PRIME QUATTRO LEZIONI


 

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Fotocopia dell'originale è disponibile per consultazione presso il Circolo Cipriani, previo appuntamento


 

1ère Leçon

Confection des Matériaux de siège

Fascines, Saucissons, Fagots de sape, Gabions,Claies

( p. 2 - 8 )


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Allestimento dei materiali d'assedio


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Fascina ordinaria. (Fig.1)
Lunghezza m. 2,00 ; diametro m. 0, 22.
Per l'allestimento delle fascine si costituiscono gruppi di lavoro formati da tre uomini; due di essi preparano i rami, e il terzo li lega con le ritorte (1) . Ogni gruppo di lavoro è dotato di:

  • 2 roncole
  • 2 leve lunghe m. 1,60, dello spessore di 7 - 8 centimetri
  • 1 cabestano, o grossa corda lunga m. 1,10, con un cappio a ciascuna estremità, per infilarvi le leve.
  • 1 corda o catenella per misurare la circonferenza della fascina, che deve essere di m. 0,66.
  • 2 cavalletti distanziati tra loro di m. 0,75, ognuno dei quali è formato da due picchetti lunghi m. 1,60, (2) del diametro di 6 - 7 centimetri
Per realizzare i cavalletti, (3) si stende a terra una cordicella secondo la direzione dell'asse e parallelamente, ai lati di essa, si stendono altre due cordicelle, una da una parte e una dall'altra, alla distanza di m. 0,60 dalla cordicella centrale.
Alle estremità dell'asse si piantano due piccoli picchetti che, dopo esser stati infissi nel terreno, devono avere la sommità a circa m. 0,60 dal suolo; tra le sommità di questi due picchetti viene teso uno spago.
Poi si posizionano i picchetti destinati a formare i cavalletti,
poggiandone la punta a terra su una delle due cordicelle parallele all'asse, e tenendo il picchetto inclinato in modo che il suo punto di mezzo sia al di sotto e a contatto con lo spago.
Con qualche colpo di mazza si fissano i picchetti in questa posizione, e poi li si lega tra loro con ritorte e vimini bene avvoltolati, in modo che la parte superiore del cavalletto formi una sella o conca rotondeggiante.
Poiché di solito i rami per le fascine hanno lunghezza superiore ai due metri, si comincia col ridurli a m. 2,00. Nel contempo si raddrizzano i rami storti praticando tagli poco profondi nelle parti concave e tagliando via quelle diramazioni che non potrebbero facilmente sistemarsi nella fascina. I rami così preparati vengono posti sui cavalletti, badando a mettere gli elementi più robusti verso l'esterno e quelli più sottili all'interno, e quando si giudica che siano in numero sufficiente si stringe la fascina con forza, usando le leve e il cabestano, se ne misura la circonferenza, e la si lega con tre ritorte, una in mezzo, e le altre due a m. 0,30 dalle estremità. La fascina viene poi rifinita, togliendone gli elementi che non sono ben serrati agli altri.
I legacci o ritorte vengono fatti coi rami più flessibili, che si sfrondano tagliando via tutti i ramoscelli sottili, fino a m. 0,32 dalla punta del ramo.(4) Si mette la punta del ramo sotto il piede, e si comincia a torcerlo con la mano destra, mentre con la sinistra si tiene in alto l'altra parte terminale del ramo, quella più grossa. Si continua così fino a che la torsione sia arrivata a m.0, 30 dalla parte terminale più grossa. Poi si fa il cappio. Ogni gruppo di lavoro formato da tre uomini deve allestire una fascina ordinaria in 20 minuti.
 
Fascina da rivestimento.
E' in tutto simile alla fascina ordinaria, salvo il fatto che ha 5 legacci anziché 3, e che di solito ha le parti terminali segate ad angolo retto
 
Fascina per tracciato. (Fig.2)
Lunghezza m. 1,30; diametro m. 0,10; tre legacci.
Ogni gruppo di lavoro è formato da due uomini, ed ha bisogno solo di una roncola. Può farsi a meno dei cavalletti, perché basta piantare al suolo due file di picchetti a m. 0,20 l'uno dall'altro, tra i quali si mettono i rami. Si avrà cura di mettere nel corpo della fascina due o tre rami buoni, e per il resto si impiegheranno gli scarti degli altri gruppi di lavoro. Per fare una fascina da tracciato bastano due uomini.
 
Fascina per blindatura.
Queste fascine hanno normalmente una lunghezza di m. 2,50 e un diametro di m. 0,20, con cinque legacci. Il loro allestimento si effettua come per le fascine ordinarie.
 
Fascina detta saucisson. (Fig.3)

Lunghezza da 4 a 6 metri; diametro m. 0,30.
Ogni gruppo di lavoro è costituito da quattro uomini, uno dei quali per le ritorte. Gli attrezzi sono gli stessi che si usano per le altre fascine, e non ne differiscono se non per il fatto che occorrono 6 cavalletti, posti a un metro l'uno dall'altro. I rami devono esser scelti tra i più lunghi e i più forti : si potano leggermente e si mettono sui cavalletti, sovrapponendo la parte grossa dell'uno con la parte sottile dell'altro, in modo da mantenere costante il diametro complessivo. I legacci si mettono a m. 0,50 l'uno dall'altro, gli ultimi a m. 0,25 dalle estremità, con i nodi allineati tra loro; infine le due parti terminali si segano ad angolo retto.
L'allestimento di un saucisson di 6 metri richiede circa tre ore di tempo.
 
Fascina detta fagot de sape. (Fig.4)
Lunghezza m. 0,80 ; diametro m. 0,22 ; sporgenza del picchetto centrale m. 0, 15 - 0, 20.
Ogni gruppo di lavoro è formato da due uomini.
Si impiegano solo tondelli di prima scelta, perfettamente diritti, sfrondati dalle ramificazioni e tagliati tutti esattamente della stessa lunghezza. I due legacci sono preparati in anticipo, a forma di corona, intrecciandoli su un legno tondo di m. 0,20 di diametro.
Nei legacci poi si infilano con cura i tondelli del fagot. Gli ultimi tondelli si ficcano dentro a forza, in modo che il fagot assuma il diametro di m. 0, 22. Il picchetto centrale è inserito per ultimo.
Il tempo necessario per allestire un fagot è di 20 minuti.
 
 
 
 
 
Gabbioni ordinari. (Fig.5)
Diametro esterno m. 0, 65; diametro interno m. 0, 50; altezza della viminata m. 0,80; i picchetti, in numero di otto, sono lunghi m.1,00 e hanno diametro di m. 0,03 ; (se i vimini sono grossi e poco flessibili si mettono 7 picchetti, se invece sono sottili e molto flessibili se ne mettono 9 )
Si pongono due uomini per ogni gruppo di lavoro, più un altro uomo ogni due gruppi, per preparare il legname, e quindi si impiegano cinque uomini per due gruppi di lavoro.
Attrezzi necessari per ciascun gruppo di lavoro:
  • 3 roncole
  • 1 mazzuolo da falegname
  • 1 cerchio o sagoma in legno, con diametro esterno di m. 0,55, recante al contorno otto incavature per indicare la collocazione dei picchetti.
Si prepara prima una piccola zona di terreno, rendendola piana e orizzontale. Su di essa si pone la sagoma di legno, e con tale guida si piantano i picchetti nel terreno per m.0,15, badando che le loro teste vengano tutte a trovarsi su di uno stesso piano. Poi uno dei due uomini comincia a intrecciare i vimini, mentre l'altro mantiene i picchetti in posizione verticale e alla dovuta distanza l'uno dall'altro.
Si lavorano sempre due vimini alla volta, badando di intrecciarli uno sull'altro e contemporaneamente attorno al picchetto, di sistemare e fermarne le parti terminali all'interno, e di batterli di tanto in tanto con il mazzuolo, o di pressarli col piede, affinché l'intreccio risulti stretto e compatto a dovere.
Peraltro non bisogna neanche fare la viminata talmente compatta da rendere il gabbione troppo pesante e poco trasportabile. Di solito bastano 75 vimini per fare un buon gabbione, del peso di 20 o 25 kilogrammi.
Quando l'intreccio della viminata ha raggiunto un'altezza di m.0,80, cioè è arrivata fino a 5 centimetri dalla testa dei picchetti, la si ferma con quattro legacci, ciascuna dei quali viene stretto attorno a un picchetto e a cinque o sei vimini. Fatto questo, si tira su il gabbione, che aveva le punte dei picchetti infisse nel terreno, e con altri quattro legacci si ferma la viminata anche dalla parte della punta dei picchetti.
Ogni gruppo di lavoro deve fare un gabbione in un'ora.
Tre uomini muniti di una sega e due roncole sono in grado di fornire picchetti a dieci gruppi di lavoro per fare i gabbioni.
 
Gabbione imbottito. (Fig.6)
Lunghezza m. 2,30 ; diametro esterno m. 1,30; lunghezza dei picchetti, in numero di quindici, m. 2,60 ; diametro dei picchetti : 4 o 5 centimetri.
Quattro sapeurs per ogni gruppo di lavoro. Attrezzi necessari:
  • 2 roncole
  • 1 mazzuolo da falegname
  • 1 sega
  • 1 pezzo di corda per segnare la posizione dei picchetti
Al centro del terreno preparato per costruire il gabbione si pianta un piccolo picchetto, al quale si lega un estremo della corda che serve a tracciare una circonferenza di raggio m. 0,60. Con piccoli segni incisi sul terreno si divide la circonferenza in quindici parti uguali (ognuna uguale a m. 0,25), e si piantano i picchetti in corrispondenza dei segni, ma a circa m. 0,25 all'interno della circonferenza. Poi si intreccia la viminata come per un gabbione ordinario, e la si porta fino a m. 2, 30 d'altezza, a cinque centimetri di distanza dalla sommità dei picchetti. Si ferma la viminata con otto legacci, poi si tira su il gabbione, si mettono altri otto legacci alla base inferiore, e si segano i picchetti quasi a raso con la viminata.
Dopo aver posizionato i picchetti, è spesso necessario collegarli tra loro in sommità con una viminata provvisoria, per tenerli in posizione verticale tale da individuare un volume cilindrico. Per lavorare alla parte superiore della viminata si forma una piccola impalcatura utilizzando gabbioni ordinari e fascine.
L'allestimento di un gabbione imbottito comporta circa 6 ore di lavoro; per l'imbottitura vengono impiegate 21 fascine lunghe m. 2,60, con diametro di m. 0,22.
 
Graticcio
Lunghezza m. 2,00 ; altezza della viminata m. 0,80 ; lunghezza dei picchetti, in numero di sei, m. 1,00, con diametro di m.0,03. I gruppi di lavoro sono composti, come per i gabbioni ordinari, da cinque uomini per due gruppi di lavoro. Ogni gruppo di lavoro è fornito di due roncole ed un mazzuolo da falegname.
I sei picchetti vengono messi allineati, a m. 0,40 di distanza l'uno dall'altro, e infissi nel terreno per quindici centimetri.
La viminata, come per i gabbioni, viene eseguita per un'altezza di m. 0,80, e portata fino a 5 centimetri dalla testa dei picchetti. I vimini vengono tagliati tutti a due centimetri dal graticcio, tranne cinque o sei da una parte e dall'altra che vengono ritorti attorno ai picchetti di estremità per ancorarli al graticcio in modo che non fuoriescano lateralmente (Questa torsione, difficile da farsi con le mani, si effettua con una cinghia fissata a un piccolo manico: si mette la cinghia attorno ai vimini e la si stringe forte, poi con un leggero movimento impresso al manico si ottiene la torsione).
Il numero dei legacci è di 8, di cui 4 agli angoli del graticcio vengono stretti ai picchetti di estremità, e 4 agli altri picchetti, due in alto e due in basso.

 

2ème Leçon

De la Tranchée simple

( p. 8 - 12 )


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Scavo di trincea d'assedio allo scoperto


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La trincea è una sorta di fossato scavato dall'assediante per avvicinarsi alla piazza assediata stando al coperto. Le terre di scavo vengono accumulate sul bordo del fossato dalla parte della piazza (5) e formano un parapetto che consente la protezione di un uomo che stia in piedi nella trincea. La berma è la stretta striscia di terreno naturale che rimane tra il bordo dello scavo e la terra di riporto che forma il parapetto. Il rovescio è il lato della trincea dalla parte opposta alla piazza.
La trincea semplice è quella il cui scavo inizia completamente allo scoperto. La si impiega quando si è abbastanza lontani dalla piazza, tanto da far ritenere il fuoco nemico non tanto micidiale, oppure quando la morfologia del terreno offre qualche tipo di protezione. Il lavoro si intraprende sempre di notte. Gli ufficiali del Genio da prima segnano il tracciato sul terreno a mezzo di una cordicella, e poi vi sistemano i travailleurs. (6)
A questo scopo i travailleurs di ogni distaccamento vengono messi in fila per uno. Ciascuno di essi porta: un piccone sull'avambraccio sinistro e una pala nella mano sinistra, col ferro in alto ; una fascina per tracciato sotto il braccio destro ; il fucile a tracolla; la baionetta nel fodero. In questo assetto l'Ufficiale del Genio li conduce dal luogo di adunata ad uno degli estremi del tracciato, per esempio a quello di sinistra, e per piazzarli lungo il tracciato dà quest'ordine, a bassa voce: (7) Par file à droite, sur la gauche par file en bataille
Ogni travailleur esegue l'ordine in conformità a quanto appreso nel corso di istruzione militare, e viene così a trovarsi davanti alla cordicella del tracciato (8) ; consegna la sua fascina all'Ufficiale del Genio il quale, aiutato da un sottufficiale, la posa a terra parallelamente alla cordicella e al di là di essa, alla distanza stabilita come larghezza della berma. Subito dopo il travailleur si sdraia accanto alla fascina, e in questa posizione attende l'ordine di iniziare il lavoro. Le fascine sono disposte l'una di seguito all'altra senza sovrapposizioni, e poiché hanno lunghezza di m. 1,30, a tanto corrisponde la porzione di tracciato che compete ad ogni travailleur. Tuttavia si disporranno alcuni sapeurs lungo il tracciato, per indicare ai travailleurs qual è il tratto di scavo loro assegnato, da quale parte devono gettare la terra, e qual è la larghezza della berma che devono rispettare.
L'ordine di iniziare il lavoro viene dato dall'Ufficiale del Genio il quale, non appena ha ultimato il tracciamento, torna sui suoi passi lungo la linea, dando questo comando a bassa voce: haut les bras.
Allora i travailleurs depositano i fucili a tre passi di distanza, al di qua del tracciato, (9) col calcio dalla loro parte, e cominciano subito a lavorare. Se i travailleurs arrivano sulla linea del tracciato dall'estremità di destra, il comando da dare è: Par file à gauche, sur la droite par file en bataille
Se i travailleurs arrivano al centro del tracciato, e sono in fila per uno, le due metà si disporranno successivamente a destra e a sinistra. Ma in questo caso si possono far arrivare sul posto in fila per due, e schierare la fila di destra sulla destra, e la fila di sinistra sulla sinistra. Prima della partenza, si porrà tuttavia attenzione a disporli in modo tale che dopo il dislocamento sul tracciato gli uomini si trovino nel loro solito ordine di battaglia. Allo scopo basta collocare nella fila di destra la prima metà delle compagnie con la parte sinistra in testa, e nella fila di sinistra la seconda metà con la parte destra in testa. (Fig.7)
Il numero di uomini che possono esser dislocati da uno stesso ufficiale varia da 100 a 200 unità.
Per dislocare cento uomini, se la notte è buia, occorre un tempo di circa dieci minuti.
A volte, in casi particolari, potrà anche effettuarsi il tracciamento senza l'uso delle fascine, e in conseguenza gli uomini dovranno portare con sé soltanto i loro attrezzi da lavoro. In questo caso è però necessario che alla cordicella del tracciato vengano annodati dei piccoli pezzi di stoffa bianca, posti a m. 1,30 l'uno dall'altro, per indicare la distanza tra i lavoratori, e il tratto di scavo assegnato a ciascuno di essi.
Nella prima notte di lavoro la trincea deve raggiungere la profondità di m. 1,00, con larghezza di m.1,30 in basso che per effetto delle scarpate diventa di m. 1,80 in alto. (10) Il parapetto viene allora ad avere altezza di m. 1,30, e base di m. 2,80. (Fig. 8)
La larghezza della berma è normalmente di m. 0,30, ma la si porta a m. 0,40 o m. 0,50 se il terreno è sabbioso o poco consistente.
Quando si fa giorno i lavoratori della notte vengono avvicendati da altri che devono allargare la trincea fino ad almeno m. 3,00 sul fondo, mantenendo inalterata la profondità di un metro. (Fig. 9)
Il parapetto assume allora uno spessore di circa m. 5,00 alla base, per una altezza di circa m.1,30 in sommità.
Se la trincea ha la funzione di semplice camminamento, la larghezza al fondo viene portata a non più di m. 2,50.
Se invece la trincea deve servire da parallela, o da piazza d'armi, dopo averla allargata la si deve predisporre allo scopo : sulla scarpata della trincea dalla parte del parapetto si formano due gradini con le fascine, in modo da poter salire sulla berma e di lì sparare al di sopra del parapetto. Per formare il gradino si usano due fascine, ognuna della quali fissata con tre picchetti.
Il gradino ha un'altezza di m. 0,50, e una larghezza m. 0,50 più m. 0,12 circa, per la scarpa che si dà all'alzata dello scalino. (Fig.10)
La terra necessaria per formare gli scalini la si ricava allargando ulteriormente la trincea, la quale deve conservare sempre la larghezza di almeno m.3,00 tra il piede degli scalini e la scarpata del rovescio. Infine, sulla scarpata del rovescio si pratica un taglio per ricavare uno scalino che serve per uscire dalla trincea, all'occorrenza.
Inoltre alcuni tratti della trincea, distanziati opportunamente tra loro, vengono predisposti perché la truppa possa uscire per andare all'attacco. Allo scopo, in questi tratti si prolunga la scalinata fino alla sommità del parapetto, per poter uscire contro il nemico dalla parte della piazza. (Fig. 11)
Infine, poiché è raro che una trincea venga effettivamente ultimata in un solo giorno di lavoro, il giorno dopo la si fa percorrere da un distaccamento di lavoratori, col compito di effettuare tutti i lavori di completamento e rifinitura ancora necessari.

 

3ème Leçon

De la sape volante

( p. 13 - 16 )


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Scavo di trincea d'assedio allo scoperto
con protezione di gabbioni


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La sape volante è una trincea che viene fatta piazzando per prima cosa una fila di gabbioni uno a contatto dell'altro, in modo che, riempendoli rapidamente di terra, gli uomini di trovino subito al riparo dalla mitraglia e dalla fucileria nemica. (11)
Questo tipo di lavoro viene intrapreso di notte, dopo aver effettuato il tracciato col cordino.
Nel luogo dell'adunata i travailleurs dei vari distaccamenti vengono disposti in fila per uno, e ciascuno di loro porta una pala, un piccone, un gabbione e il fucile a tracolla. Per portare il gabbione lo si mette sulle spalle infilandoci dentro al testa tra un picchetto e l'altro, come se fosse un cappello, e per tenerlo fermo si afferra uno dei picchetti con la mano destra. I due attrezzi si portano sotto il braccio sinistro, ferro contro manico, o ben infilati dentro nel gabbione
. La fila di uomini così equipaggiati viene condotta dall'Ufficiale del Genio ad una delle due estremità della trincea da scavare; poco prima di arrivarvi, l'Ufficiale ordina: Par file a droite, sur la gauche par file en bataille, se gli uomini arrivano all'estremità sinistra del tracciato, oppure ordina Par file a gauche, sur la droite par file en bataille, se arrivano all'estremità destra del tracciato.
Poi gli uomini si dispongono in fila uno dopo l'altro lungo la cordicella che indica il tracciato. Non appena un uomo si trova di fronte alla cordicella, posa il gabbione; l'Ufficiale del Genio aiutato da un sottufficiale colloca il gabbione seguendo il tracciato, ma 30 centimetri al di là della cordicella, mentre l'uomo si sdraia a terra al di qua della cordicella, in attesa dell'ordine haut les bras.
A quest'ordine, che deve esser dato soltanto quando il tracciato è terminato, i travailleurs posano i fucili a tre passi dietro di loro, e cominciano subito a lavorare di gran lena, per trovarsi al coperto quanto prima è possibile.
Di solito, gli uomini trovano comodo lavorare due a due, uno col piccone e l'altro che spala la terra; quest'ultimo volto verso la gabbionata, e l'altro volto dalla parte opposta.
(Fig. 12,13,14 e 15)
 

 

 

 
La sape volante deve progressivamente assumere queste dimensioni: prima notte, m. 1,00 di profondità, m.1,30 di larghezza sul fondo ; primo giorno, coronamento della gabbionata con fascine, allargamento della trincea fino a m. 3,00 sul fondo, e formazione di gradini per il fuoco di fucileria e per uscire dalla trincea ; secondo giorno, opere di completamento e rifinitura.
Con uomini bene addestrati, di solito occorrono questi tempi:
  • Per piazzare i gabbioni, da 15 a 20 minuti per 100 gabbioni.
  • Per riempire i gabbioni, 10 minuti.
  • Per portare la trincea a 1 metro di profondità e m. 1,30 di larghezza, in terreno facile, un'ora circa.
Quando la sape volante deve eseguirsi a poca distanza dalla piazza, può esser conveniente procedere in fasi distinte e successive alla posa dei gabbioni e al piazzamento degli uomini.
In questo caso l'Ufficiale del Genio dopo aver eseguito il tracciato col cordino, fa uscire dalle trincee prima gli uomini coi gabbioni; questi, tutti insieme o a scaglioni successivi, si portano lungo il cordino del tracciato, posano i loro gabbioni e non appena piazzati i gabbioni rientrano nelle trincee di partenza. Subito dopo l'Ufficiale del Genio fa uscire i travailleurs che portano con sé pala, piccone e fucile; con i comandi sur la droite oppure sur la gauche par file en bataille gli uomini vengono piazzati ai loro posti davanti a ogni gabbione, posano il fucile tre passi indietro, e cominciano subito a lavorare.
A volte, specialmente se il tracciato della trincea è tortuoso, come nel coronamento dei camminamenti coperti, si mette un solo uomo per due gabbioni.
Quando il suolo è difficile da scavare, oppure consiste solo in un sottile strato di terra che ricopre roccia o acqua, si fa il tracciato con una doppia gabbionata, allo scopo di utilizzare tutta la terra scavata per aumentare lo spessore del parapetto, senza sprecare terra per fare la scarpata. Il coronamento delle brecce e dei crateri causati da mine consiste di solito in una sape volante eseguita sulla sommità della scarpata e raccordata alle trincee retrostanti. Ma la configurazione di brecce e crateri comporta difficoltà particolari, sia per piazzare i gabbioni, sia per costruire gradini, rampe e banchine; perciò gli uomini devono essere ottimamente addestrati, per poter eseguire il lavoro con grande rapidità, ed esporsi il meno possibile al fuoco della piazza.

 

4ème Leçon

De la sape pleine

( p. 16 - 23 )


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Scavo di trincea d'assedio sotto il fuoco nemico


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La sape pleine, che più semplicemente può anche chiamarsi la sape, è una trincea la cui testa, o fronte di scavo, avanza un po' alla volta, man mano che gli zappatori costruiscono il parapetto della trincea posando un gabbione dopo l'altro, e riempiendolo di terra.
Il lavoro viene eseguito da una squadra del Genio (sapeurs), formata da otto uomini agli ordini di un sottufficiale e di un ufficiale, comandante della trincea.
Gli uomini lavorano in fila, uno dietro l'altro. I primi quattro lavorano allo scavo, e sono detti zappatori. (12) Gli altri quattro, che sono detti serventi, hanno il compito di portare avanti i materiali mano a mano che servono, e di aiutare gli zappatori durante le manovre per la posa in opera dei gabbioni.
Ogni zappatore è contraddistinto da un numero, da 1 a 4, a cominciare da quello di testa; con lo stesso criterio sono numerati i serventi. Tuttavia durante il lavoro gli uomini si avvicendano nei diversi ruoli di zappatore e di servente.
Lo zappatore n° 1 lavora in ginocchio, ed è munito di elmetto e corazza; scava una fossa di m. 0,50 di larghezza (in alto), e 0,50 di profondità, lasciando una berma (13) di m. 0,30 tra la fossa e la gabbionata. ( fig. 16 e 17)
 

 

Dal lato della berma la parete della fossa sarà inclinata con scarpa di ¼, mentre sul lato opposto la parete della fossa sarà tagliata il più verticalmente possibile, e quindi la larghezza della fossa sul fondo sarà di m. 0, 38. Lo sterro che ne risulta, per un avanzamento pari a un gabbione, ha un volume geometrico teorico di mc. 0, 147 che, tenuto conto dell'aumento di volume subìto dalle terre scavate, è in genere sufficiente a riempire un gabbione, la cui capacità è di mc. 0, 157.
Gli zappatori n° 2, 3, 4 seguono il n°1 tenendo una distanza tra loro pari a due gabbioni e mezzo, corrispondente a m. 1, 66.
Lo zappatore n° 2, che lavora anche lui in ginocchio ed è anche lui dotato di elmetto e corazza, approfondisce lo scavo di m. 0, 17, e di altrettanto lo allarga dalla parte del rovescio (14). Di conseguenza la sua fossa viene ad essere di m. 0,67 di profondità, di m. 0,67 di larghezza in alto, e di m. 0,50 di larghezza sul fondo.
Lo sterro che ne risulta, per l'avanzamento di un gabbione, è di mc. 0, 114
Lo zappatore n° 3, che lavora in piedi ma un po' curvo in avanti, allarga e approfondisce lo scavo di m. 0, 17, e con ciò porta la fossa a m. 0,84 di profondità, m. 0,84 di larghezza in alto e m. 0,63 di larghezza sul fondo, con uno sterro di mc. 0,50 per ogni gabbione di avanzamento.
Lo zappatore n° 4, che lavora stando in piedi normalmente, allarga e approfondisce lo scavo di m. 0, 16, portando le dimensioni della trincea a m. 1, 00 di profondità, m. 1,00 di larghezza in alto e m. 0,75 di larghezza sul fondo, con uno sterro di mc. 0,172 per ogni gabbione di avanzamento.
Con queste dimensioni, che si raggiungono solo a partire dal nono gabbione, la sape vera e propria è ultimata, anche se il suo parapetto ha una base di soli m. 2,30 compresa la gabbionata, e un'altezza di m. 0,80. A questo punto, pertanto, la trincea viene consegnata ai travailleurs della fanteria,(15) per essere allargata e completata secondo progetto.

Attrezzi e materiali necessari. (fig. 18, 19, 20, 21)


 

 

 
Ciascuno degli otto zappatori o serventi sarà dotato di pala e piccone. La testa di trincea sarà fornita di due pertiche uncinate, un forcone da trincea, due forconi da coronamento, una o due draghe. La testa di trincea dovrà inoltre esser dotata di quattro armature da zappatore (elmetto e corazza) (16), di un gabbione imbottito, di gabbioni ordinari, di fascine ordinarie, di una trentina di fascine del tipo fagot de sape, di tre travi e tre leve per rimuovere o superare eventuali ostacoli, e di un centinaio di sacchi da riempire con la terra.

Esecuzione dello scavo

Una testa di scavo in corso di esecuzione si presenta come segue. I quattro zappatori, nelle posizioni in precedenza indicate, lavorano per eseguire le porzioni di scavo spettanti a ciascuno di essi. In testa allo scavo è posto un gabbione imbottito, messo a squadro rispetto alla direzione della trincea e in modo tale da coprire l'ultimo gabbione per almeno m. 0, 30. Con fascine tipo fagot de sape vengono turate le fessure tra un gabbione e l'altro, e la fessura tra il gabbione imbottito e l'ultimo gabbione.
Sulla berma sono posate le pale e i picconi che al momento non sono in uso. E' posata sulla berma anche una delle due pertiche uncinate. L'altra pertica uncinata si trova invece dalla parte del rovescio della trincea, con l'uncino conficcato dentro il gabbione imbottito, a circa m. 0,30 dalla sua estremità, e a due terzi della sua altezza; questa pertica uncinata è fissata al suolo mediante un picchetto che attraversa l'anello posto all'estremità dell'asta.
Il forcone da trincea è messo a portata di mano dello zappatore n°1, dalla parte del rovescio della trincea. I quattro serventi eseguono il coronamento della trincea e mettono a portata di mano degli zappatori tutti gli attrezzi e i materiali che via via si rendono necessari. Le loro pale e i loro picconi, così come i forconi di cui si servono per il coronamento, sono abitualmente posati sulla berma.
Zappatori e serventi non portano né sciabola né giberna. I loro fucili sono posati sul rovescio della trincea, un po' obliquamente rispetto allo scavo.
Due armature da zappatore sono poste sulla berma, vicino ai serventi.
L'ufficiale comandante di trincea si colloca un po' più indietro dello zappatore n°4, dirigendo tutto il lavoro.
Il sottufficiale dirige particolarmente i serventi.

Posa in opera di un nuovo gabbione

Non appena il n°1 ha riempito l'ultimo gabbione in testa alla trincea, arrivando col suo scavo fino a circa metà di questo gabbione, egli avverte il comandante gridando: Alt!
 
Allora il comandante dà un'occhiata al lavoro, e se gli pare che sia effettivamente ultimato impartisce questi ordini, uno dopo l'altro:
  1. garde a vous
  2. au gabion
  3. aux crochets
  4. en avant
  5. bien
  6. au fagot
  7. haut les bras
Al comando garde a vous i quattro zappatori sospendono il lavoro, posano i loro attrezzi sulla berma e si tengono pronti ad eseguire gli ordini successivi.
Al comando au gabion lo zappatore n°1 toglie la fascina fagot de sape posta in corrispondenza della fessura tra l'ultimo gabbione e il gabbione imbottito, e la posa sulla berma, un po' più indietro. Il n°2, se è necessario, scosta il manico della pertica uncinata infissa nel gabbione imbottito, per lasciare spazio al nuovo gabbione che deve arrivare. Il n° 4 riceve il gabbione dai serventi, che già lo tenevano pronto, e lo fa rotolare sul bordo dello scavo, al lato rovescio della trincea, tenendolo per la punta dei picchetti ; poi lo consegna al n°3, questi lo passa al n°2 e quest'ultimo al n°1,
che raddrizza il gabbione sulla sua base, e lo presenta in opera, in corrispondenza della giuntura tra gabbione imbottito e ultimo gabbione.
Al comando aux crochets il n°1 prende il forcone per manovrare il gabbione da sistemare ; il n°2 prende l'asta uncinata che è sulla berma e la aggancia al gabbione, a circa metà altezza del gabbione stesso, e il più vicino possibile alla gabbionata. Il n°3 afferra l'altra pertica uncinata, che era già agganciata al gabbione imbottito, e la ficca nuovamente nel gabbione, ma alla stessa altezza di quella del n°2. Il n°4 si porta in aiuto al n° 2, e il primo servente va ad aiutare il n°3.
In questa fase il n°1 e il n°2, sempre in ginocchio, stanno il più accostati possibile contro la berma ; il n°3 e il primo servente stanno dalla parte del rovescio, i corpi molto chinati; il n°4 si tiene anch'esso molto chinato in avanti. Gli zappatori di destra tengono la gamba sinistra in avanti, mentre gli zappatori di sinistra tengono in avanti la gamba destra.
Al comando en avant gli zappatori alle pertiche spingono il gabbione imbottito in avanti, facendo forza tutti insieme, e lo fanno rotolare piano piano, in modo uguale alle due estremità, senza abbandonarlo mai. Il n°1, addossandosi il più possibile alla berma, spinge avanti il gabbione da sistemare andando appresso al gabbione imbottito, e non appena vi è spazio sufficiente lo sistema in modo che sia allineato in fila con gli altri gabbioni del parapetto. A questo scopo lo zappatore ficca il forcone nella viminata del gabbione imbottito, e si serve del suo manico come fosse una leva, per mettere il gabbione al suo posto; nel contempo, lo stesso zappatore n°1 dà agli zappatori alle pertiche le indicazioni utili per la manovra del gabbione imbottito, dicendo "ancora.. basta.. troppo"
Il comandante della trincea controlla l'allineamento del nuovo gabbione, e dà al n°1 l'ordine forcer oppure l'ordine a vous, a seconda che si debba spingere ancora il gabbione verso la piazza, o farlo retrocedere verso la trincea. Per posizionare il gabbione, lo zappatore utilizza la punta d'aggancio, (17) di cui è munito il forcone.
Al comando bien, che deve esser dato dal comandante di trincea quando il gabbione si trova nella posizione dovuta, gli zappatori alle pertiche tirano a sé il gabbione imbottito per serrarlo contro il gabbione. Il n°2 sgancia la sua pertica e la posa sulla berma. Il n°3 lascia la sua pertica agganciata al gabbione imbottito e ne fissa il manico al suolo. Nel contempo, il n°1 posa nuovamente il forcone sul rovescio della trincea, riprende la fascina fagot de sape che aveva posato sulla berma, la mette in corrispondenza della fessura tra l'ultimo gabbione pieno e il gabbione vuoto, e la fissa in questa posizione battendo col piccone sul suo picchetto.
Al comando au fagot che deve fare immediato seguito al comando precedente, il primo servente passa una fascina fagot de sape allo zappatore n°4, il quale a sua volta al n°3, il n°3 al n°2, fino al n°1; questi la mette alla giunzione tra il gabbione imbottito e il nuovo gabbione, sistemandola bene con l'uso del forcone.
Al comando haut les bras tutti gli zappatori riprendono il lavoro di scavo. Il n°1 deve stare con una spalla il più accostato possibile alla berma, stando bene attento anche a non esporre l'altra spalla al tiro nemico, e deve mettere il massimo impegno nel gettare la terra nel gabbione da riempire, con la dovuta precisione. (18) Gli altri zappatori devono gettare la terra al più presto possibile al di là dei gabbioni.(19)
Il n°2 deve anzitutto evitare di gettare la terra all'indietro, e poi deve turare le fessure tra un gabbione l'altro, in corrispondenza del suo scavo.

Coronamento della trincea.

Il coronamento della trincea viene eseguito dai serventi.
Pertanto, dato che dietro allo zappatore n°2 vengono a trovarsi tre gabbioni non coronati, l'ufficiale ordina:
Servants, couronner
I serventi n° 1 e n°2 s'armano d'un forcone ciascuno, e i serventi n°3 e n°4 gli passano le fascine necessarie. I primi due serventi posano una fascina sulla berma, poi la sollevano prendendola per le estremità, e la sistemano sui gabbioni, accostandola il più possibile alle fascine precedenti; poi la battono un po' per incastrarla bene tra i picchetti del gabbione; quindi mettono una seconda fascina davanti alla prima, e una terza sopra queste due.
Nel frattempo gli zappatori n°3 e n°4 sospendono il lavoro per un po' e stanno accostati al rovescio della trincea, tenendosi bassi, chinati in avanti.

Avvicendamento degli zappatori

Non appena lo zappatore di testa ha fatto avanzare lo scavo di due gabbioni, debitamente posizionati e riempiti, al suo posto subentra il primo servente. Per operare l'avvicendamento, l'ufficiale dopo il garde a vous ordina:
Changez

Gli zappatori n°1, 2, 3 e 4 retrocedono ciascuno di una fossa (20), e il primo servente, che in precedenza aveva indossato elmetto e corazza, portando con sé il suo fucile si porta in testa alla trincea, passando tra il rovescio e gli altri zappatori, che si addossano alla berma. Questo servente diviene dunque lo zappatore n°1, il n°1 diventa il n°2, il n°2 si leva elmetto e corazza che passa ai serventi, e diventa il n°3, mentre il n°3 diviene il n°4. Infine il n°4 passa in coda e diventa l'ultimo dei serventi, cosicché il secondo, il terzo e il quarto dei serventi avanzano tutti di un numero.
Uno zappatore ferito viene rimpiazzato allo scavo dal primo servente; se è ferito gravemente o è morto, gli zappatori dietro di lui lo passano ai serventi e riprendono subito il lavoro.
Ogni zappatore di riserva destinato a rimpiazzare le perdite prende posto in squadra come quarto servente.

Velocità di avanzamento

La velocità di avanzamento della trincea in terreni di comune consistenza deve essere di un gabbione ogni 12 minuti, ovvero cinque gabbioni all'ora, che corrisponde a un avanzamento di un metro in 18 minuti.
La durata del turno di lavoro per una stessa squadra di otto uomini non deve superare le otto ore, altrimenti gli uomini vengono sottoposti a fatica eccessiva e lo scavo subisce ritardo.
Qualora uno dei tre ultimi zappatori si trovasse in ritardo nell'esecuzione dello scavo di competenza, il comandante deve farlo passare oltre, perché la distanza tra uno zappatore e l'altro deve mantenersi pari a una fossa, (20) e cioè deve restare immutata. E questo perché l'avanzamento della trincea è determinato dallo zappatore di testa, e non deve subire ritardi che non siano dovuti allo stesso zappatore di testa.
 
 
La straordinaria efficienza dei sapeurs, che risulta da queste pagine, fa capire come ai francesi sia stato possibile, in una sola notte, tra il 4 e il 5 giugno 1849, costruire una trincea tutto attorno ai bastioni più esposti delle Mura Gianicolensi, cogliendo di sorpresa gli stupefatti difensori romani, che se ne accorsero soltanto alla mattina. E fa capire come sia stato possibile ai francesi, nella notte del 21 giugno, in poche ore trincerarsi sulle brecce conquistate, e attestarvisi così saldamente da renderne impossibile la riconquista da parte dei romani, all'alba del giorno successivo.
 
Ma quanto più si apprezza la bravura dei sapeurs, ritenuti all'epoca i migliori genieri d'Europa, tanto più risulta evidente, in controluce, la tenacia e il coraggio dei difensori romani. L'incessante fucileria dalle mura, le sortite, e l'artiglieria romana costrinsero i francesi a portare avanti le loro trincee con grande prudenza e lentezza, subendo un continuo stillicidio di morti e di feriti, registrati giorno per giorno dal Generale Vaillant nel suo Giornale delle Operazioni. Nell'attacco finale al Bastione 8 i sapeurs impegnati nel coronare la breccia con una sape volante subirono pesanti perdite, compreso il loro comandante di battaglione Galbaud - Dufort, aiutante di campo del Generale Vaillant.
( 1) La ritorta è un legaccio per fascine, ricavato torcendo un ramo flessibile.
( 2) L'originale francese riporta m. 0,60, per evidente errore del copista.
( 3) Ogni cavalletto viene fatto con due picchetti messi a X. Sulla parte superiore dei cavalletti, che forma una conca, si appoggiano i rami per allestire la fascina.
( 4) Questa parte terminale del ramo non viene sfrondata perché viene poi messa sotto il piede del lavorante, che misura appunto una trentina di centimetri.
( 5) Piazza è la città o fortezza assediata.
( 6) Sono qui chiamati travailleurs i soldati di fanteria che eseguono lavori di manovalanza sotto la direzione di ufficiali del Genio. I sapeurs sono i militari del Genio Zappatori, corpo altamente specializzato.
( 7) Gli ordini sono dati a bassa voce perché il lavoro viene eseguito allo scoperto, e quindi si deve procedere nel massimo silenzio e di notte, per non essere avvistati e bersagliati dal nemico.
( 8) Gli uomini sono disposti con la fronte verso la piazza, e hanno la cordicella davanti ai piedi; al di qua della cordicella deve eseguirsi lo scavo; al di là della cordicella, a circa 30 centimetri di distanza, viene posta la fascina ; al di là della fascina si deve gettare la terra di scavo per formare il rilevato che costituisce parapetto, e quindi la fascina delimita il rilevato dalla parte della trincea; lo spazio di 30 cm. tra scavo e fascina costituisce la berma.
( 9) E cioè i fucili vengono posati sul terreno dalla parte delle retrovie.
(10) Le due pareti della trincea non sono verticali ma sono a scarpa, cioè inclinate, con rapporto ¼. Quindi per la profondità di un metro le due scarpate comportano una maggior larghezza della trincea in alto pari a m. 0,50.
(11) Si tratta comunque di lavoro molto pericoloso, perché viene eseguito completamente allo scoperto finché non sono riempiti i gabbioni; dopo di che il riparo resta ancora insufficiente fino a che non è scavata la trincea e realizzato il terrapieno del parapetto; è per questo che la sape volante viene eseguita sempre di notte.
(12) Si conviene qui di chiamare "zappatori" i Sapeurs (Zappatori del Genio) solo quando sono effettivamente impegnati nel lavoro di scavo. I soldati di fanteria, anche se impegnati nel lavoro di scavo, vengono sempre designati come travailleurs.
(13) Berma: striscia di terreno naturale lasciato libero, tra la fossa e il parapetto Rovescio: lato della trincea opposto a quello della berma.
(14) Nella trincea quindi il lato della berma è quello verso il nemico, il lato rovescio è quello verso le retrovie. Il taglio del terreno è sempre verticale dalla parte del rovescio, mentre è sempre con la scarpa ¼ dalla parte della berma.
(15) Grazie all'opera realizzata dai militari del Genio, i travailleurs della fanteria lavorano al coperto, cioè al riparo dai tiri nemici.
(16) Delle quattro armature in dotazione, due sono indossate dagli zappatori n°1 e 2, una verrà indossata dallo zappatore subentrante al momento dell'avvicendamento, (vedi ) e la quarta è di riserva.
(17) La punta d'aggancio è la terza punta del forcone, perpendicolare al piano delle altre due.
(18) Tutta la terra scavata dal n°1 deve essere utilizzata per riempire il nuovo gabbione, che altrimenti non fornisce protezione adeguata.
(19) Terrapieno che si forma al di là dei gabbioni è importante per la sicurezza del parapetto.
(20) Lunghezza della fossa competente a ciascuno è pari a due gabbioni e mezzo, cioè m. 1,66
(20) Lunghezza della fossa competente a ciascuno è pari a due gabbioni e mezzo, cioè m. 1,66