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Dal Giornale delle Operazioni del Generale Vaillant (1) :

<< Prima notte d'assedio, dal 4 al 5 giugno. Scavo della trincea. >>

<< La prima parallela doveva realizzarsi a circa 300 metri dal saliente più avanzato della cinta difensiva. A questa distanza, il fuoco della piazza poteva essere veramente micidiale. (2) Per stornare l'attenzione dei difensori, il generale comandante del genio fece dare ordine alle truppe che occupavano le posizioni di Villa Corsini e di Villa Valentini di aprire un intenso fuoco di fucileria, verso le dieci di sera.
Tutto il materiale del genio era stato ammassato al deposito di trincea (3), che non era visibile dalla piazza, per la morfologia del terreno. Qui dovevano affluire i travailleurs (4) per prendere i loro attrezzi, una pala e un piccone per ogni uomo. Ma per un deprecabile malinteso i travailleurs erano stati mandati al deposito prima dei battaglioni che costituivano la "guardia alla trincea". (5)
La strada di Monte Verde, (6) luogo di adunata e punto di partenza delle truppe, era stretta e incassata nel terreno, e pertanto la manovra di rimettere in testa i battaglioni della guardia fu difficoltosa, con conseguente confusione e notevole ritardo sui tempi previsti.
Per questa prima operazione, il fronte d'attacco dello scavo fu diviso in due parti, attacco di sinistra e attacco di destra, ciascuno dei quali sotto il comando di un ufficiale del genio. Il maggiore Goury, che aveva ai suoi ordini il capitano Veilhan, ebbe il comando dell'attacco di destra, che comprendeva circa metà dell'intero tracciato della parallela ; e il maggiore Dufort, che aveva con sé il capitano Boissonet, ebbe il comando dell'attacco di sinistra. Ognuno dei due comandanti aveva ai propri ordini due plotoni di sapeurs. La fanteria mise a disposizione 1200 travailleurs che furono suddivisi in parti all'incirca uguali tra l'attacco di destra e l'attacco di sinistra.
 
Attacco di destra.
A seguito della confusione descritta, i due plotoni di sapeurs poterono mettersi in marcia solo poco dopo le dieci, portando con sé, oltre alle armi e agli attrezzi, anche gabbioni e sacchi da riempire con la terra. Dietro di loro venivano i travailleurs della fanteria, che alle dieci e mezza arrivarono nelle vicinanze del luogo stabilito per lo scavo della trincea. Il comandante dell'attacco li dispose subito lungo il tracciato della parallela. La distanza tra un uomo e l'altro era pari alla lunghezza di una pala (7) e corrispondeva alla porzione di scavo affidata a ciascuno di loro.
Le truppe di riserva si concentrarono tra la casa dalle sei persiane verdi e il deposito di trincea. Alcune compagnie furono dislocate sulle alture che costeggiano il Tevere, per tenere sotto controllo le eventuali sortite dei romani da Porta Portese. Alle undici ebbe inizio il lavoro, rischiarato dalla luna piena e dalle stelle.
Alle due del mattino i travailleurs avevano scavato abbastanza da trovarsi già al coperto per la maggior parte del tracciato. Alle tre la trincea aveva ovunque la profondità di un metro e la larghezza di un metro. (8) Il parapetto, all'incrocio con la strada imbrecciata che tagliava la parallela, fu realizzato dai sapeurs con due file di gabbioni riempiti con sacchi di terra, e lo scavo della trincea fu eseguito dai travailleurs solo dopo la realizzazione di questa doppia gabbionata, e quindi al coperto. (9) I travailleurs rientrarono nei loro alloggiamenti alle tre e un quarto.
La piazza sembrava non essersi accorta dello scavo della trincea, e il lavoro si era svolto senza alcun ostacolo. Durante la notte s'era avuto soltanto qualche colpo di fucile isolato, e nessuno era rimasto ferito.
 
Attacco di sinistra.
Alle ore nove i due plotoni di sapeurs partivano dal deposito di trincea, anch'essi portando gabbioni e sacchi per la terra. Arrivati sul terreno della parallela i sapeurs riempirono i sacchi di terra, mentre aspettavano i travailleurs della fanteria. Questi furono pronti a muovere solo alle nove e mezza, e si misero in marcia seguendo il camminamento che dal deposito di trincea porta alla chiesa di San Pancrazio passando per casa Bolasco. Erano le dieci, quando questa colonna di travailleurs giungeva nei pressi della chiesa, dove si doveva appoggiare l'estremità sinistra della parallela. Proprio in quel momento ebbe luogo l'attacco simulato, che aveva lo scopo di ingannare il nemico attirandone l'attenzione altrove. Purtroppo il fuoco di fucileria che partiva dal convento di San Pancrazio fece credere ai nostri travailleurs di essere attaccati dal nemico, e molti si sbandarono; ne seguì un disordine generale che consentì la dislocazione degli uomini solo a iniziare dalle ore undici. Il tracciato della parallela fu completato solo all'una del mattino, e solo allora, su tutta la linea, si poté dare l'ordine di iniziare il lavoro. Alle quattro si era raggiunto il metro di profondità su quasi tutto il tracciato; ma in parecchi punti, dove il terreno era difficile, non s'era raggiunta la prevista larghezza di un metro. Le strade imbrecciate furono attraversate con doppio ordine di gabbioni e sacchi di terra.
Poiché il fuoco del nemico era stato diretto solo contro il convento di San Pancrazio e contro Villa Corsini, non si ebbe alcun ferito tra i travailleurs neanche su questa parte sinistra della linea. Allo spuntare del giorno venne ritirata la guardia della trincea, che fino a quel momento era rimasta schierata davanti ai travailleurs, per difenderli da eventuali attacchi del nemico. >>

traduzione a cura di JEANNE SABATINI

(1) Vaillant, op. cit, pag.42
(2) Lo scavo di una trincea allo scoperto era una operazione molto pericolosa, che poteva essere effettuata solo di notte, con ogni accorgimento per non essere avvistati e bersagliati dal nemico. Vedi "Le trincee d'assedio" alla Tav. 11 ( Leçons sur l'école des sapes, 2me Leçon)
(3) Il deposito di trincea principale era ubicato in zona oggi corrispondente a Piazzale Dunant, allo sbocco della lunga depressione dove ora si trova Via dei Quattro Venti. Lungo questa depressione, defilata alla vista del nemico, si svolgeva il maggior movimento di truppe e materiali tra il fronte e le retrovie. Altro deposito di trincea, secondario, era costituito presso la "casa dalle sei persiane verdi" in zona che oggi più o meno corrisponde a Piazza Oriani.
(4) I travailleurs erano soldati di fanteria messi a disposizione del genio come manovalanza per determinati lavori (5) La guardia alla trincea era formata da un forte contingente di soldati che si doveva schierare a protezione degli uomini impegnati nello scavo
(6) Come si vede dalla mappa n° 1 dello Stato Maggiore francese, il Monte Verde comprendeva una catena di alture che partendo dalla via Portuense, all'altezza della Villa Santucci, Q.G. francese (oggi corrispondente alla Villa Maraini, sede della Croce Rossa, in Via Ramazzini) si sviluppava verso nord-est e infine si allacciava alle pendici meridionali del Gianicolo (che oggi corrispondono al Viale delle Mura Gianicolensi e dintorni ). Pertanto il Monte Verde comprendeva non solo la zona oggi denominata Monteverde, ma anche i rilievi dove ora si trovano gli ospedali Forlanini e San Camillo. La strada di Monte Verde collegava la Via Portuense ai Monti del Casaletto, con tracciato in parte non discosto dalla attuale via di Monteverde.
(7) "La lunghezza di una pala, ferro e manico compresi, è di circa un metro e trenta centimetri" (Vaillant, op. cit., nota a pag 43)
(8) Una trincea avente profondità e larghezza di un metro consentiva di realizzare con la terra di scavo un parapetto alto un metro, in modo da poter proteggere un uomo in piedi.
(9) L'incrocio della trincea con una strada comportava particolari problemi per la protezione dei lavoratori dal fuoco nemico, e ciò sia per la diversità di quota tra strada e trincea, sia per il maggior tempo di scavo, dovuto alla presenza di massicciata o imbrecciata stradale.