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Nel 1848 scoppiano rivolte in tutta Europa: i popoli chiedono libertà, e le nazioni oppresse chiedono indipendenza. Moti popolari scoppiano anche nei vari stati in cui è divisa l’Italia: si chiede libertà e si chiede guerra all’Austria che occupa militarmente Lombardia, Veneto, Trentino, Friuli, e influenza in senso antiliberale la politica dei governi.

Lo Stato della Chiesa (che comprende Emilia, Romagna, Marche, Umbria e gran parte del Lazio, oltre a Benevento) è una monarchia assoluta, dove tutti i poteri si accentrano nel Papa, che è contemporaneamente re e capo della Chiesa cattolica.
Pio IX, da poco salito al trono, di fronte alle richieste dei liberali segue una politica oscillante: concede la Costituzione e da prima consente la guerra all’Austria , ma poi la nega. Anche a Roma scoppiano moti rivoluzionari. Il 15 novembre 1848 in un attentato viene ucciso Pellegrino Rossi, primo ministro del governo pontificio. Il Papa non riuscendo a controllare la situazione, e temendo per la propria vita, il 24 novembre 1848 fugge a Gaeta, nel Regno di Napoli.
A Roma, la fuga del Papa desta sconcerto e incertezza sul da farsi, ma poi si pongono le basi per formare un nuovo Stato. Viene istituita una Commissione provvisoria di governo, che indice le elezioni per un’Assemblea Costituente. Questa Assemblea dovrà stabilire il nuovo assetto costituzionale dello Stato romano.
Da Gaeta il Papa cerca di impedire le elezioni con il Motu proprio in data 1° gennaio 1849, indirizzato agli amatissimi sudditi:
“(…) Perché niuno di voi possa dirsi illuso da fallaci seduzioni e da predicatori di sovversive dottrine, né ignaro di quanto si trama dai nemici di ogni ordine, di ogni legge, di ogni diritto, di ogni vera libertà, e della vostra stessa felicità, vogliam oggi novamente innalzare e diffondere la nostra voce, in guisa che vi renda vie più certi dello stesso divieto con cui vi proibiamo, a qualunque ceto o condizione apparteniate, di prendere alcuna parte nelle riunioni che si osassero fare per le nomine degli individui da inviarsi alla condannata assemblea. In pari tempo,vi ricordiamo come questa nostra assoluta proibizione venga sanzionata dai decreti dei nostri predecessori e dei concilii, e specialmente del sacro concilio di Trento, nei quali la Chiesa ha fulminato replicate volte le sue censure e principalmente la scomunica maggiore da incorrersi, senza bisogno di alcuna dichiarazione, da chiunque ardisca rendersi colpevole di qualunque attentato contro la temporale sovranità dei sommi pontefici; siccome dichiariamo esservi già disgraziatamente incorsi tutti coloro che hanno dato opera all’atto suddetto ed ai precedenti, diretti a danno della medesima sovranità, od in qualunque altro modo, e sotto mentito pretesto hanno perturbata, violata ed usurpata la nostra autorità (…)”

(Archivio di Stato di Roma: Roma, Repubblica: Venite!, p.24. Roma, 1999)
Tuttavia le elezioni avvengono ugualmente, in un clima di serenità, il 21 gennaio 1849.
L’Assemblea tiene la sua prima riunione al Palazzo della Cancelleria, il 5 febbraio.