Per saperne di più, Palazzo Savorelli

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“Il Garibaldi dopo la giornata del 3 giugno venne a pigliar stanza nella villa Savorelli dentro le mura e si pose in certa cameretta terrena, che guardava la villa Spada sul bastione a sinistra ; per giungere costà occorreva passare per una galleria la quale illuminavano quattro finestre aperte al medesimo livello di quella dove abitava il Generale. Colà si trattenevano parecchi i quali venivano a visitarlo per ragione di ufficio, tra gli altri un dragone d’ordinanza. I Francesi, come quelli che erano informati delle minime particolarità di quanto avveniva a Roma, un giorno trassero un colpo sì bene aggiustato, che se non fallivano di finestra ammazzavano il Generale che per lo appunto si giaceva su di un lettuccio alto un po’ meno della finestra ; la palla, trapassato il muro, che per vero troppo spesso non era, colpì il povero dragone (..) Il Garibaldi, poiché vide che i parapetti non bastavano a ripararlo, sapete voi dove andò a pigliar stanza? Nella torretta della medesima villa ; quivi giacevasi nelle brevi ore di riposo,, e quivi vegliava continuo le mosse del nemico ; sopra la torretta havvi un terrazzino a cavalcioni del quale egli si tratteneva sovente dondolando le gambe, e fumando il sigaro.
- Con esso viveva Manara, che dopo il pasto, chiamato a sé certo giullare bergamasco gli ordinava rappresentargli qualche farsa volgare co’ burattini di legno ; di ciò prendeva il prode uomo meraviglioso diletto: ora è da sapersi, che la stanza dove cotesti giochi si facevano (che era la sala dipinta da Salvatore Rosa) stava per lo appunto esposta alle batterie francesi, ma ciò niente pensavano né il Manara né i compagni suoi, e né manco il burattinaio : ventura fu, che di ora in poi veruna palla di cannone investisse cotesta casa, e delle palle di schioppo lanciate dagl’infallibili cacciatori francesi nessuna colpì il Generale, né il Manara, né veruno dei tanti, che che affacciatisi al terrazzo della torretta se ne stavano a speculare il campo francese”
(Guerrazzi, Lo Assedio … , cit., p. 792 – 794)


L’intenso fuoco delle batterie francesi obbliga Garibaldi a ritirare l’artiglieria da campagna piazzata sul bastione nono, e poco dopo Garibaldi deve abbandonare la villa Savorelli, semi-demolita dalle cannonate, trasferendo il suo Quartier Generale a Villa Spada:


“.. ed anco dalla villa Savorelli gli toccava a sloggiare; ormai l’avevano tolta di mira, e non meno di 80 a 90 bombe al dì ci cascavano dintorno ; una entrò in camera di Manara mentre stava facendo colazione , e tu pensa se sobbissassero soffitte, pavimento, porte, e finestre ; un’altra fra i cavalli nella stalla di casa e non ne uccise veruno ; invece un’altra caduta nella casa attigua ne ammazzò due ; con questa pioggia di bombe pure bastava il cuore al Garibaldi di tenerelì dentro la villa un barile di polvere ; né per questo ei faceva le viste di andarsene ; il giorno seguente le bombe caddero nelle stanze dei segretari e ci appiccicarono il fuoco, la prossima casa sfasciarono, e il Garibaldi non si decideva ; alla fine gli misero in frantumi la torretta, e allora gli fu mestieri ricoverare altrove.”
(Guerrazzi, Lo Assedio … , cit., p. 825 )