25 Ottobre 2009 – Munson-Williams-Proctor Arts Institute di Utica, New York Mostra sul pittore americano James E. Freeman, che fu tra i protagonisti della Repubblica Romana del 1849 – Vita dell’autore

Durante la Repubblica Romana Freeman era Console degli Stati Uniti per Ancona e, provvisoriamente, svolgeva anche le mansioni di Console degli Stati Uniti per Roma.
Freeman, che come molti altri americani condivideva gli ideali dei patrioti italiani, durante l’assedio si impegnò nel tentativo di preservare Roma dai bombardamenti. A questo scopo firmò, insieme ai rappresentanti di altri paesi stranieri, una energica protesta indirizzata al comandante dell’esercito francese, Generale Oudinot. di cui riproduciamo il testo nella traduzione di Federico Torre (1):

Roma 24 giugno alle 7 della sera
Signor generale !
I sottoscritti agenti consolari rappresentanti dei rispettivi loro governi si fanno lecito d’esporvi, o signor generale, il profondo dolore che sentono in vedere che voi abbiate fatto subire all’eterna città un bombardamento di più giorni e più notti. La presente è diretta, signor generale, a far le rimostranze le più energiche contro un tal modo di attacco che non solo mette in pericolo le vite e le sostanze degli abitanti neutrali o pacifici ma altresì quella delle donne e dei fanciulli innocenti. Noi, o signor generale, ci facciamo animo a farvi conoscere che un tal bombardamento ha già costato la vita a più persone innocenti, ed ha distrutto certi capi d’opera di belle arti i quali non potranno mai più essere rifatti. Noi poniamo fiducia in voi, signor generale, che in nome dell’umanità e delle nazioni civili desisterete da un bombardamento ulteriore anche per risparmiare la distruzione della città monumentale, che viene considerata come posta sotto la protezione morale di tutte le nazioni civili del mondo.
Noi abbiam l’onore di essere con profondo rispetto, signor generale,
Vostri umilissimi servitori

(seguono le firme di dieci rappresentanti di stati esteri, tra i quali J. E. Freeman)

 

Dopo la caduta della Repubblica Freeman difese i perseguitati politici con grande coraggio, determinazione e instancabile attività. In particolare, Freeman rilasciò una enorme quantità di salvacondotti a favore di politici ed ex combattenti repubblicani : si parlò all’epoca di migliaia di salvacondotti rilasciati da Freeman in un breve arco di tempo (New York Evening Post, 11.12.1849). Ed è comunque emblematico l’episodio di Freeman che, all’entrata dei Francesi in Roma, si reca di persona alla casa di Piazza Barberini abitata da Margaret Fuller, la scrittrice e giornalista americana che aveva attivamente collaborato con la Repubblica Romana, per issare sul balcone di quella casa la bandiera degli Stati Uniti.
Con ciò Freeman salvava dal carcere o dalla pena di morte moltissimi patrioti, pur essendo ben consapevole che così facendo si esponeva alle vendette del governo pontificio, mettendo a rischio non solo la propria carriera diplomatica, ma forse anche la propria vita.
In effetti, con il ritorno del governo pontificio, Freeman venne presto destituito dall’incarico di console. Peraltro la sua incolumità personale fu assicurata da Lewis Cass Jr., incaricato d’affari degli Stati Uniti a Roma, che lo incluse nel personale d’ambasciata coperto da immunità diplomatica.
Freeman poté così riprendere tranquillamente la sua attività di pittore.

(1) Federico Torre : Memorie storiche sull’intervento francese in Roma nel 1849, Torino 1851 p. 251 – 252

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