Enrico Luciani, con la moglie Cecilia, si reca a Bruxelles per i compleanni delle nipotine Caterina e Federica e del figlio Francesco, quest’anno cinquantenne che ha festeggiato pochi giorni fa i suoi vent’anni di lavoro alla Commissione Europea. Nella foto i premiati insieme a Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea
In questa settimana l’Italia è stata all’attenzione a Bruxelles per i suoi conti economici; è stata salvata, all’ultimo momento a seguito della riduzione del deficit dal 2,40 al 2,04. Meno male, la procedura d’infrazione sarebbe stata un vero guaio per l’Italia, e per di più ci avrebbe dato meno forza e credibilità nel portare aventi i doverosi cambiamenti che invece vanno proposti al più presto, sin da giugno con i nuovi eletti, per migliorare la situazione dell’Europa ed affermare il suo nuovo ruolo.
Occorre ricordare, ristudiare e proporre, infatti, invece di denigrare o dimenticare: al riguardo Enrico Luciani proprio per un’Europa da rilanciare vuol ricordare con Altiero Spinelli e Ernesto Rossi anche il socialista Eugenio Colorni (Milano 22 aprile 1909- Roma 30 maggio 1944), filosofo politico antifascista grande propugnatore dell’idea federalista europea.
Oltre che per le sue opere filosofiche, infatti, Colorni è noto come uno dei massimi promotori del federalismo europeo: mentre era confinato, in quanto socialista e antifascista, nell’isola di Ventotene, partecipò con Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, anch’essi lì confinati, alla scrittura del Manifesto per un’Europa libera e unita, che poi da quel luogo prese il nome.
In seguito, nella Roma occupata dai nazisti, curò l’introduzione e la pubblicazione clandestina di questo documento fondamentale per lo sviluppo dell’idea federalista europea. E morì anche per questa divulgazione -ucciso dalla banda Koch-.