Dopo una visita breve alla Santissima Trinità dei Pellegrini per vedere la targa ricordo sul luogo dove morì Goffredo Mameli, Enrico Luciani arriva all’appuntamento dove un nutrito gruppo di soci è pronto alla visita della Chiesa e ad esprimere la solidarietà per la ripresa dei lavori di restauro, peraltro finanziati! Ci viene subito incontro e si fotografa con noi il padre barnabita Filippo Lovison, Procuratore Generale della Congregazione dei Chierici Regolari di S. Paolo, detti Barnabiti e anche professore Ordinario della Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.

La chiesa di San Biagio e San Carlo ai Catinari, con molti Barnabiti non favorevoli al potere temporale della Chiesa -Ugo Bassi e Alessandro Gavazzi in testa, fedeli cappellani e seguaci di Garibaldi-, ha ospitato nel 1849 molti combattenti per la difesa della Repubblica romana. In questi ambienti larghi, e con alti soffitti, bivaccarono e coabitarono al primo piano, in quel tempo, più di seicento volontari, come pure si può vedere nel bellissimo film di Luigi Magni “In nome del popolo sovrano” ambientato proprio a San Carlo ai Catinari.
Tanti gli eroi combattenti passati qui e tanti anche i morti qui sepolti, come si può leggere dai diari dell’allora superiore di San Carlo, il piemontese Carlo Giuseppe VERCELLONE. Molti ufficiali della Legione Garibaldi: tra i più noti Francesco Daverio, capo di stato Maggiore, Colomba Antonietti Porzi , l’uruguaiano Andrea Aguyar. Tutti calati dalla botola , detta “del Paradiso”, collocata ancor oggi davanti alla cappella di Santa Cecilia; arrivò qui anche Gabriel Laviron, artista repubblicano francese capo della legione straniera, ma già cadavere; fu prelevato il 26 giugno dalla Chiesa dei sette dolori dove era morto tra le braccia di Ugo Bassi.

Dal racconto di P. Filippo Lovison e di P. Giuseppe Moretti, rispettivamente Direttore e Direttore responsabile STUDI BARNABITI, ripercorriamo le vicende della comunità nel Risorgimento.
Facciamo una breve visita ai sotterranei , che il Comune di Roma apre per visite archeologiche al pubblico (ci prenotiamo) e scorgiamo da lontano alcuni ambienti nascosti che ancora mostrano resti umani – commisti tra religiosi e garibaldini- molto deturpati negli anni dall’invasione di acqua -il locale era completamente allagato fino a pochi decenni fa-.

Il prof. Filippo Lovison prima di lasciarci tiene a farci dono di un bellissimo libro sui BARNABITI NEL RISORGIMENTO che noi accettiamo ben volentieri,

come pure accettiamo la sua litania alla tanto amata Madre della Divina Provvidenza, presso il prezioso sacello dove è venerata la sacra effigie

All’uscita un pranzo al Ghetto, malgrado i locali ebraici siano chiusi il sabato: ci rifacciamo con il romanesco la Sora Margherita a Piazza delle Cinque Scole, proprio accanto alla Chiesa di Santa Maria del Pianto e alla famosa Fontana del Pianto. Un’allegra brigata con Simonetta e Massimo Capoccetti, Ivana Colletta, Claudio Bove, Cecilia ed Enrico Luciani, Silvana e Gianfranco Martini che commenta positivamente la mattinata trascorsa.