13 febbraio 2022 pubblichiamo il comunicato stampa di Marco Valerio Solia e di Enrico Luciani inviato ai giornali: Dal Verano lo sfratto al patriota risorgimentale Mauro Macchi. I cittadini: «impediamo questo oltraggio!»
Vista al Verano la situazione davvero sconfortante
Si provvede al seguente Comunicato Stampa
Il Verano sfratta il patriota risorgimentale Mauro Macchi.
I cittadini: «impediamo questo oltraggio!»
Il monumento funebre versa in stato di abbandono. A marzo avverrà la revoca della concessione da parte dei Cimiteri Capitolini. Associazioni e cittadini chiedono alle Istituzioni di intervenire.
Roma, 12 febbraio – «Manufatto in stato di abbandono. A decorrere dalla data del 10/11/2021 con termine di 120 giorni naturali e consecutivi, sarà oggetto di revoca della concessione» recita così l’inizio dell’avviso apposto sulle transenne che cingono il monumento funebre di Mauro Macchi, patriota risorgimentale milanese, i cui resti rischiano di essere sfrattati dalla tomba monumentale che li conserva al Cimitero del Verano.
La notizia sta scatenando le proteste di cittadini e Associazioni. «Reputiamo indecoroso che una figura storica come quella di Mauro Macchi possa finire dimenticata e abbandonata dalle Istituzioni – hanno dichiarato Enrico Luciani e Marco Valerio Solia (APS A. Cipriani e Comitato Gianicolo) – Qualora non fosse possibile rintracciare eventuali discendenti o eredi è giusto che il Comune si faccia carico delle spese per rinnovare la concessione. Un patriota e democratico come Macchi non può subire un oltraggio simile, che arrecherebbe disonore alla nostra Città, dove, al contrario, si sono scritte alcune delle pagine più belle del nostro Risorgimento».
Mauro Macchi (Milano 1818 – Roma 1880) nel corso della Restaurazione, per la sua attività patriottica, subì numerosi arresti da parte delle autorità austriache, costringendolo ad abbandonare la natia Lombardia, dove si era laureato in lettere e giurisprudenza all’Università di Pavia. Molto vicino al federalista e democratico Carlo Cattaneo, soprattutto dopo i dissidi avuti con Mazzini, svolse un ruolo centrale nel giornalismo democratico ottocentesco, collaborando con alcune delle riviste e delle testate più rinomate dell’epoca.
Fu deputato, prima del Regno di Sardegna e poi del Regno d’Italia a partire dal 1860, venendo nominato senatore nel marzo del 1879. Animato da una forte sensibilità sociale, combatté valorosamente per l’elevazione delle classi subalterne, in particolar modo degli operai, difendendo inoltre l’istruzione popolare e la dignità dei maestri.