Dal Giornale IL FOGLIO QUOTIDIANO– PICCOLA POSTA
ADRIANO SOFRI 29 DIC 2021

Il 7 settembre del 2018 il Garibaldi a cavallo fu colpito da un fulmine, e da allora è folgorato, le lastre scolpite del suo basamento riverse al suolo, le transenne attorno miste a spazzatura e ferraglia. Al monumento-tomba di Anita Garibaldi non va meglio. Un appello al sindaco perché prenda a cuore due veri patrioti

APPELLO PER SALVARE I PATRIOTI ANITA E GIUSEPPE GARIBALDI
Niente cancel culture, sarà l’incuria ad abbattere le statue del Gianicolo

Caro sindaco Roberto Gualtieri, desidero unire la mia voce alle molte altre che chiedono di metter fine all’incresciosa situazione del Gianicolo e dei suoi più famosi monumenti, le statue equestri di Giuseppe e Anita Garibaldi. Il Garibaldi a cavallo, 25 metri su una base di 15, scolpito da Emilio Gallori e inaugurato il 20 settembre 1895. Il 7 settembre del 2018 fu colpito da un fulmine, evento di timore e tremore, e da allora è folgorato, le lastre scolpite del suo basamento riverse al suolo, le transenne attorno miste a spazzatura e ferraglia che mortificano gli sguardi dei pellegrini e costringono gli automobilisti a una gimkana incazzata. C’è scritto “Lavori in corso”, ma non è vero. Appena più in là, hanno ceduto la cavalcatura di Anita e l’intero suolo, sicché da anni il cavallo temerariamente impennato poggia su un trespolo di tubi Innocenti, e anche qui le auto… E si tratta, com’è noto, di una via di intensa comunicazione. Oltre che dell’itinerario per l’ospedale pediatrico del Bambin Gesù; a non ricordare Sant’Onofrio e quercia e tomba di Torquato Tasso, sulla quale Giacomo Leopardi venne e “ci piansi: il primo e l’unico piacere che ho provato a Roma”. Le mie compagne e compagni di liceo – il Virgilio, dalle cui finestre si guardava in faccia Garibaldi e viceversa – continuano, con la guida di Tonino Cutuli e Massimo Capoccetti, a visitare e presidiare il Gianicolo e le sue tappe: l’hanno appena rifatto, mascherine e distanze. 
<continua…>

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