Inviato: ven 26/03/10 10.47

Egregio professor Luciani,

Per incarico della Società per la Letteratura Olandese e il Reale Istituto Olandese di Roma, sto svolgendo una ricerca sui pittori olandesi KOELMAN, attivi a Roma a partire dal 1840 circa.
Per essere specifico, si tratta di Jan Philip Koelman (1818-1893), Jan Hendrik Koelman (anche ‘Giovanni Enrico’, 1820-1887) e Romolo Koelman (1847-1912).

Come Lei ben saprà, il primo è sicuramente il più noto, per le ampie memorie che scrisse del suo soggiorno romano (dal 1843 al 1857 circa) sotto il titolo Memorie romane, pubblicate nella traduzione italiana dall’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano nel 1963.

Il mio compito è di pubblicare una nuova edizione olandese di queste memorie, provvista di annotazioni, una lunga introduzione storico-artistica e numerose illustrazioni.
Negli archivi sia olandesi che italiani, sto cercando le tracce del soggiorno romano dei Koelman (il fratello Giovanni Enrico rimase a Roma fino alla morte; anche il suo figlio Romolo fu pittore).

Sarei sopratutto interessato a trovare riscontri della presenza a Roma, e della partecipazione alla difesa della Repubblica Romana, dei due fratelli Jan Philip e Jan Hendrik (Giovanni Enrico) Koelman, nella ricca memorialistica dell’epoca o nelle liste di leva dei militi volontari.
Dalle memorie di Koelman sappiamo che il suo fratello Jan Hendrik, essendo sposato con una romana, era costretto ad arruolarsi nella Guardia Civica.
Fece parte – come dice Koelman – di un ‘reggimento interamente composto da artisti’, che più avanti descrive come ‘il quarto reggimento Guardia Civica’ (sotto la guida del principe Aldobrandini), nel quale il suo superiore diretto fu il tenente Francesco Sangemi (probabilmente il comandante della sua compagnia?).
Parla anche di ‘qualche altro olandese’ (probabilmente anche un’artista) nelle truppe repubblicane.

Come vede le notizie fornite dallo scrittore sono poco chiare, e Le sarei molto grato se potesse consigliarmi come verificarle nelle fonti.

A partire dal 18 aprile sono a Roma presso l’Istituto Olandese (in Villa Borghese).
Visto che Lei è espertissimo della materia, Le sarei molto grato se potesse ricervermi nella sede del Comitato durante il mio soggiorno a Roma, per parlare della mia ricerca.
La ringrazio in anticipo della Sua gentile risposta.

Distinti saluti,

<<messaggio firmato>>

Inviato: mar 05/01/10 23.09

Salve,
mi chiamo «omissis» e sono uno scrittore.
Sto facendo delle ricerche per un giallo storico ambientato durante l’assedio di Roma del 1849.
Ho trovato il vostro sito a dir poco eccezionale e le immagini con relative descrizioni saranno utilissime al mio lavoro.
Mi chiedevo se oltre a quanto presente, potreste indicarmi alcune fonti per la descrizione delle truppe che si affrontarono, sia di quelle romane che francesi. Benché il romanzo abbia come base una trama gialla, saranno molte le scene dell’assedio che vorrei inserire.

Vi ringrazio in anticipo per la collaborazione

«messaggio firmato»
RISPOSTA
Inviato: mer 13/01/10 19.35

Gentile signore,
la ringrazio per il suo entusiastico commento al nostro sito e rispondo alle sue richieste con una nota necessariamente articolata che è riportata in allegato.
Nel precisarle che quanto prima inseriremo nel sito anche il capitolo Divise o Uniformi che nel testo vengono citate, mi preme ricordarle di essere bene attento a non violare le norme di legge che proteggono i diritti di autore e i diritti del proprietario dell’immagine, non a caso argomento numero uno della nota allegata.
Saremo lieti di avere sue notizie in ordine al suo lavoro. 

ALLEGATO

Per ambientare un romanzo storico sull’Assedio di Roma, e descrivere in modo realistico le truppe italiane e quelle francesi sia come divise sia nei comportamenti, nel modo di combattere ecc., possiamo indicarle qualche altra fonte sul Web, ma sul nostro sito si possono già trovare in abbondanza elementi utili per il romanzo, deducendoli sia da scritti che da immagini. 

Attenzione però: se Lei, per esempio, intende descrivere con parole sue una immagine vista nel sito evidentemente non vi è alcun problema; ma se invece Lei volesse riprodurre nel romanzo quella o altra immagine tratta dal nostro sito, stia bene attento a non violare le norme di legge che proteggono i diritti di autore e i diritti del proprietario dell’immagine. L’autorizzazione alla riproduzione di testi o immagini, infatti, va sempre richiesta agli autori dei testi o ai proprietari delle immagini. Ad esempio, il nostro sito riproduce moltissime immagini che sono di proprietà di Enti pubblici o privati, e per poterle riprodurre noi abbiamo chiesto e ottenuto autorizzazione specifica, che vale solo per noi, e non è cedibile da noi ad altri. Per questo le immagini da noi riprodotte nel sito precisano sempre chi sia il proprietario dell’immagine, al quale Lei si dovrebbe rivolgere all’occorrenza. E lo stesso discorso fatto per le immagini vale anche per gli scritti.
Con questa indispensabile premessa, entriamo ora in argomento:

Truppe francesi:
Per quanto riguarda le immagini, il più noto esperto in materia di divise e tecnica di assedio è Auguste Raffet, uno dei più grandi litografi francesi dell’ottocento.
Il nostro sito ne riproduce un buon numero di tavole, che descrivono sia le divise, sia il modo di combattere dei francesi, in modo assolutamente attendibile. Molte altre tavole di Raffet sono visibili sul sito WEB dei Musei di San Francisco, www.thinker.org
Segnaliamo inoltre, per la popolarità di cui gode in Francia, il grandioso dipinto di Horace Vernet, intitolato “Episode du siège de Rome: prise du bastion n° 8 ….”, che occupa una intera parete del Museo del Castello di Versailles, ed è visibile al sito www.histoire-image.org.
Il dipinto di Vernet descrive la battaglia del 29-30 giugno, quando i francesi conquistarono la Batteria romana della Montagnola, sul Bastione n° 8.. Dobbiamo peraltro precisare che il dipinto, per altri versi ammirevole, risulta antistorico e denigratorio nei nostri confronti, là dove mostra un ufficiale italiano, incolume e disarmato, che si arrende senza combattere, (e qui poi si raggiunge il ridicolo, mostrando una graziosa ragazza elegantemente vestita col tipico costume regionale, inginocchiata davanti ai francesi per implorare pietà!) mentre invece, come è noto, in quel combattimento morirono ai loro posti tutti gli artiglieri italiani, ufficiali compresi, battendosi eroicamente fino all’ultimo respiro. Confrontare con il nostro capitolo LA DIFESA DI ROMA ecc., tavv. 25 e 26, e relativi per saperne di più, che descrivono la stessa battaglia.

Truppe italiane
Qui il discorso sulle divise è più difficile, perché l’esercito repubblicano era costituito da una quantità di corpi, ognuno con una propria divisa, che oltre tutto subì cambiamenti nel corso di pochi mesi.
E anche l’armamento non era uguale per tutti.
Sul nostro sito, e particolarmente al capitolo LE DIVISE DELLA REPUBBLICA, si possono trovare in abbondanza immagini bellissime, e notizie utili per il romanzo.
Ma bisogna fare molta attenzione alle date perché, come abbiamo detto, le cose cambiavano rapidamente nel corso di pochi mesi.
Ad esempio, all’inizio i volontari arruolati da Garibaldi avevano indosso, in maggioranza, solo i panni e le scarpe portate da casa, poi ebbero dalla Repubblica una divisa blu e grigia e solo negli ultimi due giorni di combattimento ebbero tutti la famosa camicia rossa.
Perciò bisogna stare attenti nel consultare stampe e libri sull’argomento, perché molte pubblicazioni a carattere popolare fanno vedere sempre i garibaldini con la camicia rossa!
A questo proposito, segnaliamo sul nostro sito, oltre al capitolo DIVISE, la tavola 15 del capitolo LA DIFESA DI ROMA vista dagli italiani, che è molto significativa perché mostra com’era la prima divisa dei garibaldini e com’era la elegante divisa dei Lancieri Masina.
Sui garibaldini, guardi anche il brano di Emilio Dandolo, al “per saperne di più” della tav. 05, capitolo LA DIFESA DI ROMA ecc.

Inviato: dom 08/11/09 12.57
Vi prego cortesemente di farmi sapere se è possibile fare ricerche sul caduto Paolo Narducci?
«omissis»
«messaggio firmato»

RISPOSTA
Inviato: sab 19/12/09 19.51
Gentile signora,

le inviamo le notizie che abbiamo potuto reperire in merito alla sua ricerca.
Approfittiamo dell’occasione per farle pervenire i nostri auguri di Felice Natale
e prospero Nuovo Anno

Paolo Narducci, luogotenente di artiglieria fu il primo caduto nella Difesa di Roma, e cadde nella battaglia del 30 aprile 1849, combattendo alle Mura Vaticane.
Si può avere subito una chiara visione di quel combattimento, guardando come la rappresenta Raffet in una delle sue bellissime tavole (vedi): i francesi avanzano sotto il fuoco dell’artiglieria romana: molti cadono, altri cercano riparo, altri ancora prendono posizione, puntando i fucili; questi sono i famosi Cacciatori di Vincennes, i migliori tiratori dell’esercito francese.
Di lì a poco Paolo Narducci cadrà colpito da una fucilata al petto.
A poca distanza dalla batteria, combatteva sulle mura un’altro Narducci Pietro Narducci, fratello inseparabile di Paolo; aveva solo tredici anni, ed era inquadrato nel Battaglione della Speranza; fortunatamente uscirà illeso dal combattimento.
I due ragazzi Narducci, figli di Teresa e Francesco Narducci, appartenevano ad una buona famiglia della borghesia romana, di sentimenti patriottici e repubblicani. 
Paolo Narducci, benché avesse solo venti anni, era già ben conosciuto in città per le sue idee liberali, portate avanti con vivace intelligenza e grande impegno personale; perciò la sua morte destò un vivo e unanime compianto nella popolazione romana .
Anche dopo la caduta della Repubblica i genitori di Paolo Narducci, e particolarmente la madre, Teresa, tennero viva la memoria di Paolo Narducci facendone un punto di riferimento ideale ed un emblema della lotta clandestina contro il regime del Papa-Re.

Di quella sanguinosa battaglia del 30 aprile ci resta, tra gli altri ricordi, quello di Nino Costa, trasteverino, aiutante di Garibaldi. Costa era anche un pittore, e fu precursore e maestro dei Macchiaioli (vedi) Come racconta Costa, che dopo i combattimenti visitò il campo di battaglia alle Mura Vaticane, i cannoni romani erano piazzati in una grande aiuola fiorita dei Giardini Vaticani e, dice, “ io contai nove artiglieri caduti, distesi tra i fiori, accanto ai loro pezzi. Fra questi il Tenente Pallini e il Tenente Narducci ”

***


Maggiori notizie sull’argomento possono aversi <> consultando questi libri, disponibili nella nostra biblioteca:

  • Francesco Domenico Guerrazzi: Lo Assedio di Roma, Ed Dante Alighieri, Milano, 1870
  • AI CADUTI PER ROMA MDCCCXLIX – MDCCCLXX A cura della Commissione Esecutiva per il Mausoleo Ossario Gianicolense, Roma III NOVEMBRE MCMXLI – XX
  • Luigi Ceccarelli: Registo romano di sconosciuti, Ed Il cubo, Roma,1993
  • Alessandro Cidda: Le erme del Gianicolo, Ed. Punctum, Roma, 2006

Inviato: dom 03/12/09 16.41
Salve, mi chiamo <<omisiss>> e ho trovato il Vostro sito su internet, mentre stavo cercando una verifica per una mia ricerca.

Felice di aver avuto la possibilità di venire a conoscenza della Vostra esistenza, e delle bellissime iniziative che fate, in questo momento avrei urgentemente bisogno di una conferma su una data di un evento storico: non so se potete aiutarmi, spero di si!

Vorrei sapere se il battaglione dei bersaglieri di Luciano Manara sbarcò ad Anzio il 26 o il 27 Aprile; dalle ricerche cartacee risulta il 27, ma una targa ad Anzio attribuisce questo evento al 26 ….. naturalmente l’anno è il 1849.

Vi ringrazio in anticipo.
Distinti saluti

<<email firmata>>

RISPOSTA
Inviato: mar 15/12/09 08.30

risponde, per la sua urgenza, direttamente il direttore.


Gentile Signora,

Valgono i testi e, per quanto ci riguarda, come e quando sia avvenuto lo sbarco dei Bersaglieri Lombardi ce lo racconta Emilio Dandolo (I Volontari e i Bersaglieri Lombardi, Milano1917, p. 150):

Dopo una traversata quanto mai penosa per il mare grosso e per la velocità di crociera assai ridotta, ammassati com’erano i 600 Bersaglieri su due piccoli battelli, “quando Dio volle- racconta Dandolo – il 26 aprile arrivammo a Civitavecchia.” Ma l’accesso al porto era impedito dall’imponente schieramento della flotta francese, che stava sbarcando le truppe. Ciò non ostante, un commissario romano salì a bordo dei Bersaglieri e li dichiarò “presi al servizio di quel governo.” Per parte loro, i francesi con fare altezzoso e perentorio negarono subito ai Lombardi il permesso di sbarco. Solo dopo lunghe trattative, e con l’intermediazione del preside di Civitavecchia, Manara ottenne dai francesi il permesso di sbarcare a Porto d’ Anzio, ma lo ottenne a condizione che si tenesse lontano da Roma e “affatto neutrale fino al giorno 4 maggio”. Finalmente, conclude Dandolo, “la sera noi potemmo proseguire il viaggio per recarci a Porto d’Anzio, dove sbarcammo il 27 mattina”

Alla discordanza di date rilevata dovrebbe perciò interrogare chi ha messo la targa, anche per verificare che tale discordanza non possa attribuirsi a diverse interpretazioni dell’ora di sbarco, 
All’epoca c’era un po’ di confusione (nel 1846 Pio IX aveva stabilito che a mezzanotte sono le ore 24, mentre prima le 24 erano al tramonto) 

Provi a fare dei calcoli e poi, come mi suggerisce il nostro eccellente e divertito ricercatore, si diverta anche lei a rileggere un sonetto del Belli, reazionario a ogni novità, come al solito:

Sto sor Pio come vòi ch’Iddio l’ajuti
Quanno ce vié a imbrojà pe li sui fini
Sino l’ore, li quarti e li minuti?

Cordiali saluti
Enrico Luciani
Presidente Associazione A. Cipriani
Direttore del sito www.comitatogianicolo.it

<  omissis >> 

 
ULTERIORE REPLICA

Inviato: mar 15/12/09 17:32

Gentilissimo Direttore,
La ringrazio per la Sua celere e personale risposta, che conferma le mie ricerche e mi da più sicurezza nell’essere rimasta sulle mie “certezze”!

Mi ha sempre attrato questo periodo storico, ma avendo scelto come indirizzo universitario “archeologia”, ne ho tralasciato lo studio dei testi e la verifica storica delle fonti ! Il mio campo è l’archeologia cristiana e mi occupo anche di speleo-archeologia! 

Tutto questo interesse per la “Repubblica Romana” nasce per aver deciso di partecipare ad un concorso indetto dall’Associazione “Gli Amici di Righetto”. Per caso a luglio mi sono ritrovata il loro volantino …. “uno scatto per la memoria” …. aperto anche ai non professionisti!

Quello che mi attrae in tutti i campi storici, è ricercare “una cosa non nota”, sottovalutata …. come del resto nell’archeologia, si studiano i monumenti eretti da imperatori le opere d’arti di un gruppo elitario …ma per esempio, non sono studiate le abitazioni rupestri tipiche del passaggio tra tardo-antico e altomedioevo appartenenti al basso ceto; non si studiano opere idrauliche preromane e romane sotterranee scavate da schiavi, quindi invisibili agli occhi e al bel gusto …. ma importatissime per la società …… non so se ha presente l’emissario di Nemi o i vari condotti e cisterne che sono presenti ovunque …. come villa Adriana, in superfice è un trionfo di architetture, ma sottoterra c’è un mondo mai studiato e poco ispezionato!

Quindi …. diciamo per deviazione professionale … la prima cosa che mi è venuta in mente, mentre studiavo quest’estate il periodo risorgimentale, di cogliere più che un monumento un sito storico, un luogo-monumentale, che ricordasse e che parlasse di quei giorni!
La cosa più bella e lasciar parlare i luoghi e ascoltare le voci di un passato, perchè quel passato ci appartiene!

Mentre studiavo e frequentavo la biblioteca di Anzio quest’estate (non sono di Anzio, i miei hanno casa a Nettuno, ma io adoro andare ad Anzio e la spiaggia dove amo trascorrere le giornate è proprio a Capo d’Anzio) e mentre guardavo i tramonti del promotorio di Anzio pensavo a quei bersaglieri, stipati come sardine, che provenivano da Civitavecchia e che all’alba di quel 27 mattina sicuramente dovevano essere rimasti impressionati dal panorama che offriva questo spettacolare sito (a noi tante cose non fanno effetto, ma dobbiamo calarci nella mentalità dell’epoca quando non esisteva un supporto telematico per far conoscere paesi e città, e ogni luogo per questa gente che viaggiava era una scoperta) ….. alla fine ho partecipato al concorso con una foto del promontorio di Capo d’Anzio ed un piccolo contributo scritto … intitolato: “27 aprile, un giorno ad Anzio per liberare Roma”, consegnato un mese fa, ma sabato scorso mi chiama il Presidente dell’Associazione chiedendomi di cambiare la data, perchè ad Anzio c’e una epigrafe commemorativa che riporta il 26 aprile”.

Io ho “sflogliato” più di 20 libri …. e quelli che inseriscono la data dello sbarco ad Anzio riportano il 27 Aprile. Anche in un bellissimo libro di A. Marra: ” Pilade Bronzetti. Un bersagliere per l’Unità d’Italia. Da Mantova a Morrone” del 2008 pag. 77-78, viene riportata la cronologia di quei giorni (26 Portofino, 27 Anzio, 28 Albano, 29 Roma) ….. quindi ieri, dopo un momento di insicurezza, ho deciso di continuare sulla mia strada e lasciare la data del 27 aprile.

La mostra, come sicuramente Lei saprà, si terrà dal 21 al 23 dicembre nella Sala della Protomoteca del Campidoglio. 

<< omissis >>

Inviato: dom 22/11/09 22.44

Gentilissimo Sig.Luciani,
ci siamo conosciuti recentemente in occasione della visita guidata che avete svolto per la mia scuola “Colomba Antonietti”.
Visto il suo entusiasmo ed interesse per tutto quello che riguarda la Repubblica Romana e i suoi eroi, mi permetto di inoltrarle la canzone che ha scritto il mio compagno sulla figura di Colomba Antonietti, ritenendola bella e degna di essere conosciuta, anche se il mio giudizio è un po’ di parte.
Aspetto un suo giudizio
Cordiali saluti

<<email firmata>>
Clicca per ascoltare la ballata

Ascolta la ballata

Autore:
Andrea Amoroso

Inviato: 22/09/09

John Fuller McGuigan

Caro Enrico,
siamo lieti di inviarti in regalo il nostro catalogo James E. Freeman 1808 -1884: An American Painter in Italy.
La mostra su questo pittore dell’ottocento è ad Utica, nello Stato di New York, e continuerà fino al 17 gennaio 20010. Ti mandiamo anche, sempre come regalo per te, il nostro catalogo di America’s Rome: Artists in the Eternal City, 1800 – 1900, per una mostra attualmente in corso a Cooperstown, New York, che durerà fino al 31 dicembre 2009.

Inoltre, ti stiamo mandando un certo numero di cataloghi che tu potrai distribuire a chi si occupa di mostre museali a Roma, così come ci consiglia il nostro comune amico Paolo Pochettino.

Conserviamo un vivo ricordo di quella giornata del Novembre 2007, quando con la tua guida abbiamo visitato i luoghi del Gianicolo legati alla memoria della Repubblica Romana.

Speriamo che i nostri cataloghi ti giungano graditi, e ti salutiamo cordialmente

John F. McGuigan Jr.
Mary K. McGuigan


Dear Enrico
We would like to present you with our catalogue James E. Freeman 1808-1884: An American Painter in Italy. This show on the nineteenth-century American painter continues until 17 January 2010 in Utica, New York. Also we present you with our catalogue of America’s Rome: Artists in Eternal City, 1800-1900, for an exibition that runs until 31 December 2009, in Cooperstown, New York.

Additionally, we are sending you some catalogues to distribute to people who do museum exhibitions in Rome, on advice of our mutual friend, Paolo Pochettino.

We have found memories of the tour of the Janiculum and the Roman Republic of 1849 that you conducted in November 2007, and we hope that you like our catalogues.

Yours sincerely,

«lettera»
RISPOSTA
Inviato: sat 17/10/09 20.00
Dear Mary and John,
I have well received the two catalogues, related to the exhibitions on James Freeman and on the American artists in the XIX century Rome, of which you were curators, and which you have kindly sent to me.

I have found these catalogues extremely interesting, especially as they give a very realistic, and at the same time a sort of gentle reproduction, of the population and landscapes of Latium of XIX century, and as they are really quite informative on a not well known page of the history of the relations between America and Rome. Also, I read with great interest the pages devoted to the description of the life of James Freeman, and certainly I was quite impressed in learning the role he played at the time and after the fall of the Roman Republic, at the benefit of the exiles.

It would be really a pleasure and an honour for us to contribute in any possible manner (although we do not know yet what exactly we would be able to do) to ensure that such interesting exhibitions, related to artists, and including documents, so connected with our culture and history, could also be organised in Rome.

I wish to thank you very much also on behalf of the other members of the “Associazione Cipriani/Comitato Gianicolo”, not only for having sent the catalogues, but also for the kind and generous attention you demonstrated to the association and to me personally, by including our names in the list of the persons or entities –listed in the Freeman’s catalogue- being thanked for having provided a contribution. We shall be very pleased to include the two catalogues in the library of our association, and, if you do not mind, we intend also to create a weblink leading from the website of our association to those of the two exhibitions. We shall also try to disseminate the information on the exhibitions and of the catalogues as much as we can.

Our mutual friend Paolo Pochettino informed us of your possible visit to Rome in November. On that occasion we could meet and discuss, if you agree, in order to identify more exactly the objectives you may be interested to reach as regard the exhibitions.

I too keep a very pleasant memory of the visit we jointly carried out on the Janiculum hill, on the places of the 1849 battles, and I took the liberty of even mentioning your visit on the website of the association.

We look forward to seeing you again in Rome !

With kind regards,

Enrico Luciani



Cara Mary, caro John,
con molto piacere ho ricevuto i cataloghi delle due mostre da voi curate, una su James Freeman e l’altra sugli Artisti Americani a Roma nel XIX secolo.

Ho trovato questi cataloghi estremamente interessanti. Anzitutto perché i dipinti mostrano il Lazio e i suoi abitanti del XIX secolo con una visione particolare, realistica ma al tempo stesso gentile, e poi perché vengono date moltissime notizie su una pagina di storia poco nota, che riguarda le relazioni tra Roma e l’America. In particolare, ho letto con molto interesse la parte del catalogo relativa alla vita di James Freeman, e sono rimasto colpito nell’apprendere quale parte egli abbia avuto nella storia della Repubblica Romana anche dopo la sua caduta, per aiutare i perseguitati politici. 

Saremmo felici e altamente onorati se in qualche modo, ma non saprei dire esattamente come, noi potessimo essere d’aiuto nell’organizzare mostre così interessanti anche a Roma, con l’esposizione di opere di artisti e di documenti che sono strettamente connessi alla nostra storia e alla nostra cultura

A nome anche degli altri membri della Associazione Cipriani/Comitato Gianicolo, desidero ringraziarvi caldamente non solo per averci mandato i cataloghi, ma anche per la cortese e generosa attenzione che avete mostrato verso la nostra Associazione e verso la mia persona citandoci, nel catalogo di Freeman, tra gli enti e le persone che hanno dato un valido contributo alla pubblicazione.

Saremo lieti di includere i due cataloghi nel catalogo della libreria della nostra Associazione. Vorremmo poi, se non vi sono obiezioni, creare un weblink che colleghi il nostro sito a quelli delle due mostre. Cercheremo comunque di diffondere quanto più possibile le notizie sulle mostre e sui cataloghi. 

Il nostro comune amico Paolo Pochettino ci ha fatto sapere che voi intendereste venire a Roma in novembre. In tale occasione se credete, potremmo incontrarci e mettere meglio a fuoco che cosa si potrebbe o si dovrebbe fare, secondo voi, per le eventuali future mostre a Roma.

Conservo un ricordo molto piacevole della visita che facemmo insieme al Gianicolo, sui luoghi delle battaglie del 1849, e mi sono permesso di menzionare la vostra visita sul nostro sito.

Spero di rivedervi presto a Roma, e vi invio i miei più cordiali saluti

Inviato: Ven 21/11/08 18.42

<<omissis>>
Ma c’era qualche francese tra i volontari di Garibaldi che combatteva contro Oudinot?
Grazie. Saluti.
Buona domenica.

<<messaggio firmato>>
RISPOSTA
Inviato: dom 23/11/08 20.02
Ai primi di maggio 1849 venne costituita in Roma la Legione straniera, articolata su quattro compagnie.
Ne facevano parte volontari in buona parte francesi, ma anche di altri paesi, oltre che italiani.
La Legione straniera era comandata da un francese, il capitano di Stato Maggiore Laviron, che cadde in combattimento.
Morto Laviron, il comando passò al colonnello De Seré.
L’eroica morte di Laviron viene così ricordata da un grande storico inglese, George Macaulay Trevelyan:

“…Laviron era un Repubblicano francese, era un artista, e faceva parte dello Stato Maggiore di Garibaldi. Era molto amato da tutti i suoi compagni d’arme.
In uno dei più terribili giorni di fuoco, il 25 giugno, indossò per la prima volta la camicia rossa; chi la indossa, diceva agli amici, attira una straordinaria simpatia da parte di tutti.
Indossata dunque la nuova divisa, era da poco tornato in prima linea, quando una fucilata lo passò da parte a parte. Cadde all’indietro, tra le braccia di Ugo Bassi: lo baciò, e morì.
Non gli aveva mai fatto orrore l’idea di morire ucciso da gente che, materialmente, era della sua stessa patria: Laviron, nello spirito, era cittadino di quella Repubblica ideale, che era stata sognata da tutti gli uomini del ’48.”

“ … On one of these days of fire (June 25) Laviron, the French Republican and artist, one of Garibaldi’s staff, loved by all his companions-in-arms, for the first time donned the red blouse, because, as he told his friends, he observed that whoever wore it enjoyed an uncommon share of popular favour.
He had scarcely shown himself at the front in this costume when he was shot through the body, fell back into the arms of Ugo Bassi, kissed him, and died.
Death at the hands of his countrymen after the flesh had no horrors for one who was spiritually the citizen of that ideal Republic which had been dreamed of by the men of ’48.”

(G. M. Trevelyan: Garibaldi’s Defence of the Roman Republic 1848-9.
London, Longmans, 1907 – Reprint London, Cassel, 1988, p.205)

Alla memoria di Laviron è dedicato un viale della Villa Doria Pamphilj.

Inviato: gio 20/11/08 17.40

Buongiorno, sono uno studente universitario che sta preparando la tesi sulle testimonianze storiche presenti nel territorio Portuense.
Cercando materiale ho notato che il Comitato Gianicolo nel 2006 ha pubblicato un opuscolo dal titolo “Difesa di roma del 1849. I luoghi dei francesi”.
Mi rivolgo a voi in quanto avrei interesse ad acquistarne una copia.
Attendo una risposta al più presto.
Cordiali saluti

«messaggio firmato»
RISPOSTA
Inviato: ven 21/11/08 08.28
Gentili lettori del sito,
vi ringraziamo per l’attenzione e per le richieste che voi inoltrate.
Tuttavia poichè non risulta possibile dare seguito alle stesse senza avere un indirizzo o un numero telefonico, sembra a me opportuno precisare quanto segue, utile – mi auguro – anche per altri nostri lettori o richiedenti.

Le nostre pubblicazioni, fino ad esaurimento, sono gratuite e ottenibili tramite visita alla nostra sede – orario da concordare – o tramite invio postale o privato.
In questo secondo caso chiediamo un piccolo riborso tramite contributo, volontario e comunque mai obbligatorio – del resto molto spesso non riceviamo nulla -, presso il c/c postale 72828650.

«omississ»

Cordiali saluti

Enrico Luciani
Presidente Associazione A. Cipriani
Direttore del sito www.comitatogianicolo.it

Inviato: Mar, 7 Oct 2008 15:43:47

Cari amici del Comitato Gianicolo,
innanzi tutto congratulazioni per il vs. sito, esauriente e dettagliato.
Sarò passato centinaia di volte attraverso la porta principale di Villa Pamphili, quella di porta S. Pancrazio per intenderci, e mi sono sempre chiesto se le palle di cannone infisse nel travertino siano quelle originali delle battaglie del 1849 o solo delle copie.
Dalla loro posizione sembrano palle sparate dai difensori romani per la riconquista dellla Villa Corsini.
Dalle immagini presenti sul vs sito però, quel tratto di muro alla sinistra della portone di accesso alla villa non è visibile. Si tratta allora di una porzione del muro della villa-Portineria, come è tuttora?
Insomma, quelle palle sono vere o no?

Vi sarei molto grato se poteste soddisfare la mia curiosità.
Congratulazioni ancora per le vostre attività e cordiali saluti

«messaggio firmato»
RISPOSTA
Inviato: Dom 12/10/2008 18.24

Gentile Signore,
In risposta alla sua e-mail possiamo darle le seguenti indicazioni:

Lo stato dei luoghi prima dei combattimenti, con l’ubicazione della Villa Corsini della Villa Pamphilj e dei relativi ingressi risulta dalle mappe riportate nel nostro sito.

Nel 1856, sei anni dopo la fine dei combattimenti, la Villa Corsini venne acquistata dal Principe Filippo Andrea V Pamphilj, e annessa alla confinante Villa Pamphilj, venendo a costituire una unica grande villa, la attuale Villa Doria Pamphili.
Il Pamphilj ritenne di dotare la villa di un ingresso adeguato, nuovo e sontuoso, ubicato dove era l’ingresso di Villa Corsini, e cioè dove si trova l’ingresso attuale.
Per desiderio del Principe, il nuovo ingresso doveva avere “uno spaldo a giardino e bosco, ed una barriera con casina pel portiere, e scoperto anteriore per le vetture”.
Venne incaricato del lavoro l’architetto Andrea Busiri Vici.

Come narra Carla Benocci (“Villa Doria Pampilj”, Municipio Roma XVI, 2005, p. 194) la barriera d’ingresso venne “ .. parzialmente realizzata nel 1861 e completata due anni dopo, inglobando le palle di cannone dei combattimenti del 1849 ed ispirandosi alla scogliera rustica del basamento del vicino Vascello ..”
Dunque, per rispondere al quesito postoci, diremo che le palle di cannone sono “VERE”, nel senso che sono palle effettivamente sparate nei combattimenti del ’49, raccolte sul campo di battaglia, e inserite nella costruzione della barriera realizzata da Busiri Vici nel 1861 – 1863.
E dobbiamo aggiungere che a Busiri Vici non mancava certo il materiale, cioè non mancavano le palle autentiche del ‘49, dato che erano copiosamente disseminate sul campo di battaglia.
Infatti, secondo quanto dice il Generale Vaillant, i francesi spararono in tutto 9800 cannonate a palla piena (oltre alle bombe e alle granate che scoppiavano in aria o toccando il suolo), mentre (sempre secondo Vaillant) gli italiani ne spararono circa il triplo; e, come è noto, la maggior parte delle cannonate italiane furono sparate proprio contro villa Corsini.

Inviato: mer 02/07/2008

Thank you for the information about your meeting on Garibaldi.
Some time ago I offered to send you some sketches of Garibaldi which were drawn by George Housman Thomas in Rome in 1849-50.
He was there to make a Birds Eye view of the city for the Illustrated London News and recorded the seige etc.
I will try to attach jpg images- I may need to send more than one email.
As well as these four drawings I have a view of the Piazza Navona – one of his scenes for his commission, a sketch of a couple of (possible) soldiers which his ILN print may have used, and a view of the Vatican and Castel st Angelo from across the Tiber with what appear to be horse lines in the foreground- these could also be of interest to your members.

Grazie per le informazioni sul convegno su Garibaldi.
Tempo fa mi offrii di inviarvi alcuni disegni su Garibaldi che furono eseguiti da George Housman Thomas in Roma tra il 1849 ed il 1850.
Cercherò di allegare queste immagini – probabilmente dovrò inviare più di un’e-mail.
Oltre questi quattro disegni posseggo una veduta di Piazza Navona – una delle scene per cui si era recato a Roma, lo schizzo di una coppia di soldati (probabilmente) che il l’Illustrated London’s New potrebbe aver pubblicato, ed una vista del Vaticano e di Castel Sant Angelo ripresa attraverso il Tevere con alcune tracce che sembrano essere cavalli in primo piano – credo che anche questo possa interessare i vostri soci.

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RISPOSTA
Inviato: lun 04/08/08
Dear Mrs. Dingsdale,
We are forwarding this email in order to inform you that we have prepared a page in the site www.comitatogianicolo.it in order to publish the designs that you have kindly sent to us.
The page can be consulted to address https://www.comitatogianicolo.it/dingsdale/.
If you do not have any contrary indication, we pray you to write us an email in order to authorize to publish the images.
Thanks in advance.